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La Procura continua a seguire da vicino le vicende societarie della Juventus e dopo aver sentito ieri Dybala, oggi è stato il turno di Bernardeschi e Alex Sandro. E’ giusto specificarlo: i calciatori vengono ascoltati in quanto persone informate sui fatti, nessuno è indagato. Ma su cosa si sta cercando di fare luce? Dallo scorso inverno l’inchiesta Prisma sta indagando su alcune presunte irregolarità nei conti di diverse società sportive, tra cui la Juve. Ad ottobre gli inquirenti avevano cercato di fare chiarezza su alcune transazioni poco trasparenti, forse viziate da un uso improprio di plusvalenze. Ora invece l’inchiesta si è spostata su tutt’altro ambito.
Sono infatti finiti sotto la lente d’ingrandimento della procura quattro mensilità della stagione 2019/2020. In piena pandemia il club bianconero avrebbe chiesto a giocatori e staff di bloccare momentaneamente per quattro mesi gli stipendi. Il termine tecnico è “retribuzione sospesa”, differimento di tre stipendi su quattro. Legale? Certo che sì, soprattutto in un periodo economicamente complesso come quello della pandemia. Il problema è che però sembra che le documentazioni legate a questa operazione non siano state depositate in maniera regolare. Gli inquirenti sono quindi alla ricerca di documenti o testimoni che possano spiegare meglio quanto successo, alla ricerca di possibili errori.
Cosa rischia ora la Juventus? Per il momento niente. Come nell’inverno scorso, la Procura non ha (ancora) trovato nulla di compromettente, ma gli ispettori continuano la loro indagine. Indagine che molto probabilmente vedrà diversi altri interrogatori, tra cui quello dello stesso Maurizio Sarri, allenatore bianconero di quella stagione. Per la Juventus, però, sarà necessario rimanere concentrati: manca poco alla fine di questa pazza stagione e sarà importante concluderla nel migliore dei modi. Dopo un pessimo inizio di stagione, un momento di crescita e una dolorosa eliminazione dalla Champions League, ora i bianconeri vorranno tornare subito a vincere.
