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Da Dybala fino a Bernardeschi: in casa Juve ci sono molti giocatori con il contratto in scadenza. Come può influire tutto questo sulle prestazioni dei giocatori? Intervistata da La Gazzetta dello Sport, la psicologa dello sport Caterina Gozzoli ha parlato dei possibili problemi: voglia di convincere o non sentirsi più parte del progetto? “Una delle cose più interessanti del calcio contemporaneo è che queste sensazioni non sono alternative ma può scattare sia l’una che l’altra cosa”, ha rivelato l’esperta.
“Trovo piuttosto interessante la dinamica di gruppo che si può creare e che spesso si trascura: avere mezza squadra in scadenza è pesante a livello gruppale – ha continuato, quella forza e quell’energia prospettica che mancano bisogna ricrearli con la volontà. Se ragiono come gruppo, può essere che questo senso di coesione di squadra diventi meno forte in assenza di una progettualità comune. Ma le dinamiche di gruppo sono imprevedibili, ci sono gruppi che hanno momenti di reazione incredibile e Allegri è sempre stato un bravo gestore del capitale umano. Dipende dalla cultura organizzativa data dalla dirigenza oltre che dall’allenatore: come si riesce a tenere insieme una cornice di senso in questo momento”.
Un caso particolare è quello di Dybala: il rinnovo è pronto ma i problemi fisici preoccupano: “In generale, sapendo che il rinnovo è legato anche alla dimensione della fisicità, non riuscire a gestirla contrastando questa lettura può diventare un elemento di fragilità. Per quello che si può vedere dall’esterno Dybala non sembra una persona insensibile. Anzi, piuttosto una che dipende molto anche dalla relazione con la squadra e con l’allenatore. Non un giocatore che brilla a prescindere da quello che accade ma che riesce a dare il meglio quando c’è fiducia. Altri giocatori sono più indipendenti, se vogliamo anche più sfrontati. Per lui dipenderà tanto anche dalla relazione con l’allenatore, o il procuratore. Una gestione chiara e diretta del tema da parte del management e dell’allenatore non basta a risolvere, ma è l’unica cosa che possono fare. E’ l’unico strumento a disposizione perché possa andare al meglio”.