Juve, Douglas Luiz: "Possiamo conquistare un titolo" - JuveNews.eu

Juve, Douglas Luiz: “Possiamo conquistare un titolo”

Douglas Luiz, Juventus
In conferenza stampa, la Juve ha presentato il nuovo centrocampista brasiliano Douglas Luiz che ha spiegato la scelta di vestire bianconero

In conferenza stampa, la Juventus ha presentato il nuovo centrocampista brasiliano acquistato dall’Aston Villa, Douglas Luiz. Di seguito le parole espresse dal calciatore davanti ai microfoni dei giornalisti.

Quali sono le sensazioni di questi primi giorni alla Juventus e le prime impressioni del lavoro sul campo con mister Thiago Motta?

Ho avuto un impressione molto positiva. La Juventus è un club enorme e tanti giocatori sono passati per questa squadra. Quindi questo mi motiva molto e mi ha convinto a venire qui. Sono sicuro che questa sarà una stagione molto positiva per tutti noi. Abbiamo giocatori nuovi e un nuovo allenatore. Ci stiamo abituando piano piano al lavoro di Thiago Motta e a quello che ci chiede, ma sono molto contento di quello che sta succedendo.

Quale è stata la cosa che ti ha impressionato di più qui?

La grandezza di questo club. Lo stadio, la passione dei tifosi per i giocatori e la società. Come ho detto sono molto felice di stare qui. Credo che sarà una stagione molto importante e faremo di tutto per lavorare insieme e ottenere grandi risultati.

Danilo e Bremer hanno avuto un ruolo nella tua decisione? Ti hanno detto cosa serve per fare la differenza in bianconero?

Si, hanno aiutato molto. Tutti i giorni che mi svegliavo, Danilo mi diceva: “Forza Juve”. Mi ha raccontato molto del club, mi ha motivato a venire qua. Io ho sempre saputo dell’importanza di questa società, ma ovviamente con qualcuno già lì che è in Nazionale con me, è una motivazione in più se qualcuno ti dice che puoi venire a fare la differenza.

Quali sono state le richieste di questi primi giorni da parte di mister Motta? A livello di ruolo c’è una posizione che prediligi?

Sembra che io e Thiago ci conosciamo da tanto tempo. E’ un allenatore giovane, che ti da la possibilità di parlare liberamente, di parlare di tattica, di aspetti del gioco. Il nostro rapporto è molto positivo. Io non ho una preferenza esatta sulla mia posizione. Chiaramente mi piace stare più vicino alla porta, ma vi ho già detto che se la Juve o l’allenatore hanno bisogno di me come numero 6, un po’ più difensivo, non avrò problemi a ricoprire questo ruolo. Credo che la libertà che in campo può darmi può fare la differenza.

Come ti ha convinto la Juve ad arrivare qui e con quali ambizioni arrivi?

Non c’è stato bisogno di tante cose per convincermi perché la grandezza di questa società parla da sola. Qualsiasi giocatore avrebbe voluto avere questa possibilità. Io non sono diverso in questo senso. Appena ho saputo della proposta della Juventus ho manifestato il mio interesse agli agenti. Abbiamo lavorato perché tutto andasse bene e questo mi rende molto felice. Credo che sia un passaggio molto importante della mia carriera venire qui e spero lo sia anche per il club. Continuerò a lavorare duramente, perché voglio continuare a migliorare e aiutare la Juve in quello che è necessario per raggiungere gli obiettivi.

Ti senti pronto a prenderti il centrocampo sulle spalle? C’è un centrocampista di questa squadra che ti ha impressionato particolarmente?

Giocare nella Juventus non può essere facile, sento la responsabilità di questo. Il valore della trattativa e dell’acquisto è molto alto, vicino ai 50 milioni, e sento la responsabilità di questa cosa. Continuerò a lavorare duramente come ho sempre fatto. Voglio essere un esempio per i più giovani. Ho 26 anni ma c’è un gruppo abbastanza giovane. Sono venuto qui per imparare e insegnare quello che ho imparato. La responsabilità voglio prendermela.

Cosa ti aspetti dalla Serie A? Seguivi già la Juventus?

Vengo da un campionato che è considerato il più difficile da giocare e sono contento di quest’esperienza perché mi ha lasciato molto. In Serie A voglio fare ancora di più. So che giocatore sono, conosco le mie capacità. Mi sono preparato per questo momento e mi sento pronto. Dico sempre che gli obiettivi sono le conseguenze del lavoro durante l’anno. A volte penso che è meglio fare un assist che un gol. Bisogna avere intelligenza nel ruolo in cui gioco. Sono molto contento di stare qua e darò sempre il mio meglio.

Come reputi la tua squadra? Vedi la Juve già pronta per tornare a vincere?

Come gli obiettivi, anche i titoli sono la conseguenza del lavoro di tutto l’anno. Come ho già detto è un gruppo giovane. Ha un nuovo allenatore e ci stiamo abituando a capirci tra di noi, a giocare al meglio ma è un gruppo molto competente. Ci sono giocatori con tantissima qualità e giocatori giovani con tanta fame di migliorare e imparare. E’ un gruppo molto positivo, che ha una componente di esperienza, come il nostro capitano Danilo che ci aiuterà molto. Stiamo migliorando piano piano. Io ho la certezza che daremo il meglio per la Juventus. Se dio vuole potremo conquistare un titolo dando tutti il meglio.

Hai qualche riferimento di brasiliani avuti nel nostro campionato nel tuo ruolo? Essere un jolly può rappresentare qualcosa in più per la Juve di Thiago Motta?

Parlando del campionato italiano, Adriano l’Imperatore. Per quanto riguarda la Juve, Danilo e Felipe Melo sono dei punti di riferimento. La mia versatilità è quello su cui ho lavorato sin da giovane. Ho questa flessibilità per giocare più difensivo, di capire il gioco che non nasce oggi ma che lavoro da quando gioco nel Vasco e nel Girona e che ho sviluppato duramente.

Quando è nata la percezione della grandezza nella Juventus? C’è un momento o un giocatore in particolare che ti hanno spinto a pensare questo?

Ho 26 anni e mi considero ancora giovane ma penso di aver utilizzato la Juventus nei videogame. La grandezza l’ho percepita nei grandi cicli. Mi piaceva molto utilizzare Nedved o Davids come giocatori. La grandezza del club aumenta con i titoli conquistati e la Juve ne ha vinti tanti. Già a 12 anni io avevo un idea chiara della grandezza di questo club e per questo sono molto felice di stare qua. Se dio vuole spero di vincere molti titoli, ma non è facile. E’ il risultato del lavoro e dovremo conquistarlo sul campo. Io farò di tutto perché questa esperienza vada per il meglio.

Perché hai deciso di lasciare la Premier?

Qualsiasi giocatore al mondo avrebbe voluto fare un esperienza nella Juventus. Io non sono diverso. Appena ho saputo dell’interesse della Juve mi sono sentito molto motivato. Non dipende dal campionato, ma dalla grandezza del club. Volevo molto venire qua e avere questa esperienza. E’ una cosa bella poter dire alla mia famiglia, nel momento in cui mi sarò ritirato, di aver giocato nella Juventus. Lo so che la Premier è il top dei campionati ma la Serie A non sfigura ed è a un livello molto alto. Il club mi ha incentivato molto a venire qua e spero di ricambiare i tifosi con grande felicità.

Per te la religione ha un valore fondamentale?

Sì, lo sono. Per me è un abitudine portare dei simboli che rappresentino la fede.

La scelta della maglia 26 ha una connessione con Davids?

No, i motivi sono altri. Avevo visto una foto sua: mi piace molto e poi usava gli occhialini quindi era molto iconico durante la mia infanzia. E’ stato un mix di tante cose. E’ stato anche un numero disponibile. La 6 che usavo all’Aston Villa è di Danilo e ci vuole rispetto per i giocatori che stavano già qua. E’ stata un po’ una coincidenza. C’è dentro il 6 che il mio numero del passato, la mia età e quindi ho unito un po’ di elementi.

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