Intervistato da Tuttosport l’agente Mino Raiola ha rivelato un incredibile retroscena sull’addio di Donnarumma al Milan: “Dopo l’arrivo del fondo Elliott l’input era quello di sistemare le casse societarie, ma, nonostante tutto, abbiamo avuto tanti appuntamenti per parlare del rinnovo. E l’unica cosa che Mino ha sempre messo in chiaro è stata questa: ‘Il ragazzo a zero non ve lo porteremo mai via, ma vorrebbe che il Milan centrasse la qualificazione in Champions’.
Noi siamo andati più volte a Casa Milan e loro sono venuti una volta a Montecarlo e i rapporti erano tranquilli. Almeno fino a quello che è successo a Genova… Abbiamo fissato un altro appuntamento, nella saletta privata di un hotel vicino all’Acquario, con Maldini e Massara. Nella testa di Mino c’era l’idea di fare un punto perché il Milan non aveva ancora conquistato la Champions e l’alternativa era andare avanti con un altro club, ovvero la Juve, che avrebbe sistemato la situazione con uno scambio o un conguaglio. Risposta Maldini? Disse: ‘Mino, noi siamo qua per altro: il capitolo Gianluigi è già chiuso perché noi abbiamo già preso il nostro portiere’”.
E ancora: “A Donnarumma è crollato quel macigno sulla testa. Noi, oltre alla Juve, che lo avrebbe preso solo a fine campionato se il Milan non fosse andato in Champions, non avevamo fatto mercato su Gianluigi che a gennaio, sempre per non tradire il Milan, non aveva neanche voluto ascoltare un’offerta da futuro svincolato. E sempre lui, dopo quanto successo, ci disse “No, io in Italia non ci voglio giocare più. Alla Juve ci sarei andato solo se il Milan non fosse andato in Champions e dalla mia cessione ci avrebbe guadagnato, quindi ora io in Italia non ci voglio giocare più”. Noi, mi creda, non avevamo proprio niente in mano”.