Intervistato da Repubblica il portiere della Juve Di Gregorio ha detto: “Non porto rancore. L’Inter ha fatto per me qualcosa che non potrò mai dimenticare, starmi a vicino quando, a 13 anni, ho perso mio padre. Tornare? Non me lo sono mai veramente aspettato. Se però fosse successo avrei voluto farlo dalla porta principale. La comparsa non l’avrei mai fatta“. Alcuni però lo vedono come un tifoso interista: “In realtà in famiglia erano milanisti, mentre io ho sempre ammirato più i giocatori che le squadre: Kakà e Abbiati, Zanetti e Julio Cesar, Buffon e Del Piero, la cui non reazione quando a Roma prese quello schiaffo da Cufrè ha per me un valore immenso. Ho ammirato Handanovic, è stato un sogno allenarmi con lui, avere i suoi consigli. Non ho mai capito perché si debba odiare uno solo perché è di un’altra squadra“.
Juve, le parole di Di Gregorio
“Ho ricevuto pochissimi tiri e quindi è presto per un giudizio su di me – ha continuato – . Sono contento di aver dato qualcosa con quella parata contro il Napoli. Bravo con i piedi? Lo sono più a livello tattico che tecnico: si tratta di fare un certo tipo di passaggio o di controllo, di una posizione da tenere. Di fare scelte di gioco, in pratica”. Chiosa finale su Inter-Juve: “Non credo che ci dirà realmente chi siamo. Siamo una squadra nuova, inevitabilmente ci serve tempo“.