Intervistato da La Gazzetta dello Sport Crespo ha parlato delle differenze tra Federico Chiesa e suo padre Enrico: “Enrico era più attaccante rispetto a suo figlio. Aveva il sano egoismo che deve possedere chi, di mestiere, sta nel cuore delle difese avversarie. Federico è più abituato ad agire sulla fascia. Secondo me ha tutte le qualità per diventare una seconda punta simile al padre, ma a patto che diventi ancora più prolifico. La velocità e il tiro secco, nella sua azione, è essenziale: pochi fronzoli e tanta sostanza. Secondo me sarà un punto fermo della nuova Nazionale di Spalletti, ma va utilizzato da seconda punta e non da esterno nel 4-3-3″.
Chiesa e Vlahovic stanno però convincendo: “Forse non sono il migliore tandem della Serie A, ma perlomeno il secondo. Al primo posto ci metto Lautaro e Marcus Thuram. E poi, dopo il Toro e il francese, la seconda piazza se la dividono Vlahovic-Chiesa e Dybala-Lukaku. Con la differenza che la Juve, al momento, è più squadra della Roma e dunque gli attaccanti bianconeri sono avvantaggiati”.
Se Allegri potesse scegliere schiererebbe Federico Chiesa e Vlahovic o Enrico Chiesa e Crespo? “Il calcio non è materia da scienziati, è un gioco abbastanza semplice. Se c’è un attaccante potente e tecnico come Vlahovic e gli affianchi un giocatore molto mobile come Chiesa, allora sei quasi sicuro di ottenere un buon risultato. I due dialogano bene in velocità, parlano la stessa lingua tecnica. Però io non ho dubbi: giocheremmo io e papà Enrico. Anche se è difficile fare paragoni tra calciatori di epoche diverse, noi attaccanti degli anni Novanta avevamo qualcosa di più a livello tecnico e, soprattutto, ci misuravamo contro difensori di grande spessore. Oggi le marcature sono più blande”.