I calciatori della Juventus, in attesa di riprendere la preparazione per la nuova stagione, sono impegnati con le varie nazionali. Chiesa, nella gara dell’Italia, ha siglato la rete del 3-1. Ecco le sue parole: “Due anni senza gol? È vero, sono stato fuori per dieci mesi e poi ho saltato marzo per altri problemi. Sono contento per la vittoria dopo la sconfitta con la Spagna. La Nazionale è mancata a me perché è quella che mi ha fatto emergere ad alti livelli. Grazie a Mancini che mi ha davvero dato sempre fiducia. Ci sarebbe piaciuto giocare la finale, ma abbiamo affrontato male la Spagna. Era importante vincere oggi per dimostrare che quello che abbiamo fatto in due anni non è casuale”.
Zoff, invece, leggenda della Juve, ha parlato della stagione appena conclusa: “Il discorso dei punti prima tolti, poi ridati, poi nuovamente tolti sicuramente ha avuto un peso nella gestione delle settimane di lavoro. Poi è chiaro che la squadra potesse fare meglio, sarebbe impossibile negarlo. E non sarebbe giusto, gli alibi non sono mai utili a nessuno. Anche la poca chiarezza in società ad un certo punto si è fatta sentire sul campo, ma ora penso che la Juventus stia ritrovando il proprio assetto dopo un periodo di confusione. Allegri? Non mi stupisce, ma in generale non mi piace entrare in queste dinamiche. Ad un certo punto ha fatto quello che poteva, all’inizio poteva fare meglio, ma parliamo sempre di un allenatore che merita il massimo rispetto. Juve dei giovani? Si, non ho dubbi. Il problema è avere quelli forti, che non sono così facili da trovare. Anche se la Juventus alcuni li ha: penso a Fagioli, per esempio. Anche con una squadra fresca si possono alzare i trofei, ma bisogna avere quelli bravi. Li deve coltivare o trovare la società: in questo senso i bianconeri sanno, da sempre, come muoversi. Anche adesso.
Per noi calciatori arrivare alla Juventus era come per un operaio varcare le porte della Fiat, era una soddisfazione unica. I tempi, da questo punto di vista, è normale che siano cambiati. Ma la Juventus fa rima con regole e disciplina: questo deve essere un aspetto cruciale anche oggi, dimenticare la tradizione sarebbe un errore madornale. Il Dna bianconero è questo. Non esistono mezze misure, nemmeno in termini di risultati: alla Juventus o vinci o perdi. C’è poca filosofia intorno a questo, ma la visione è concreta. Oggi come ieri”.