Stamattina il centrocampista bianconero sarà a Parigi per testimoniare durante la prima udienza del processo che vede sul banco degli imputati anche suo fratello maggiore –Mathias- accusato assieme ad altri amici d’infanzia di Pogba di tentata estorsione e di associazione a delinquere.
Oltre a guai fisici, il francese si trova al centro di un altro vortice. L’ennesimo. Intanto la Juve attende l’esito delle controanalisi fissate per il prossimo mercoledì 20 settembre a Roma (presso il laboratorio dell’Acqua Acetosa). Per cercare di scagionarsi dalla pesante accusa, è stato lo stesso giocatore a richiederle per dimostrare la sua innocenza.
Se l’esame della provetta B darà lo stesso esito del primo (che risale al 20 agosto scorso), tuttavia si avvierà la fase istruttoria della Procura antidoping. Come sottolinea stamattina Tuttosport, gli scenari potrebbero essere tre: archiviazione, patteggiamento o deferimento (fino ad un massimo di 4 anni) e conseguente processo sportivo davanti al Tribunale nazionale antidoping. La linea difensiva del francese si fonderà sull’inconsapevolezza (e quindi sulla buona fede) sostenendo che il francese ignorava ciò che l’integratore contenesse. In caso di positività anche al secondo test (e di sospensione) la società bianconera potrà sospendergli lo stipendio (appellandosi all’art.5 dell’accordo collettivo siglato da Lega Serie A e Aic e la FIGC) o chiedere la risoluzione del contratto.