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Juve, Brio: “In bianconero devono remare tutti dalla stessa parte”

L’ex giocatore della Juventus Sergio Brio ha rilasciato una lunga intervista per le pagine di Tuttosport. Lo storico calciatore bianconero ha fatto molti riferimenti al passato, parlando anche di ciò che è accaduto nell’ultima stagione. Ecco cosa ha detto: “Io tifavo per la Juventus da bambino. Quando arrivi vedi tutti questi che trofei capisci l’importanza della società, della serietà e della dedizione al lavoro. E ti chiedi “Sarò in grado di fare quello che hanno fatto i miei predecessori?” Poi col passare del tempo assimili e capisci cosa vuol dire giocare per questa grandissima squadra. Ci tengo a precisare: io parlo del mio passato e non giudico, né critico le gestioni più recenti. Non mi permetterei mai perché io, anche se sprofondasse, la Juventus la difenderei sempre. Non voglio fare paragoni con questa gestione, che sta ricevendo critiche. Ma non ho visto mai una società vincere per sempre. La Juve si rialzerà come si sono rialzate altre Juve”.

Dna Juve

Brio ha spiegato quali sono le caratteristiche che un dirigente deve avere per poter ambire a rimanere nella Juventus. L’ex calciatore ha risposto con un aneddoto: “Un venerdì eravamo a cena con Boniperti, Morini, Trapattoni e l’addetto stampa Piero Bianco, a mangiare la cacciagione di Boniperti. Chiesi al presidente: “Questo giocatore, non faccio nomi, ha vinto due o tre Scudetti ed è nazionale, e lo ha mandato via: mi dice cosa ha fatto?” “Pensa a mangiare”, mi rispose. Anche questa è la Juve. Se non ti comporti bene ti autoescludi. Poi a volte può capitare di sbagliare, però era quasi un regime militare. Il rispetto per i compagni, per la società, per l’allenatore, per i tifosi, non deve mai mancare. Ho visto prendere tante multe per critiche sul proprio ruolo. Alla Juve si deve remare dalla stessa parte”.

Su Agnelli e la stagione

Inoltre, Brio si è soffermato anche sulla società spiegando cosa significhi la presidenza Agnelli: “È una sicurezza. L’Avvocato lo vedevamo sempre prima del pranzo quando giocavamo in casa. Veniva alle 10.45, tre quarti d’ora prima del pranzo, magari con Kissinger o altri grandi personaggi. Non l’ho mai visto rimproverare qualcuno, si informava soltanto. C’era un bellissimo rapporto, non era mai pesante”. Infine, sulla stagione appena passata ha detto: “Non la possiamo valutare sotto l’aspetto calcistico. Anche se i giocatori devono essere professionisti e quello che accade a livello societario non deve incidere sul loro lavoro. Però ci sono stati episodi che succedono raramente, la Juve è stata tartassata. Non la posso giudicare. So solo, come dicevo prima, che la Juventus si rialzerà come ha sempre fatto”.

 

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