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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex Juve e Atalanta Alessio Tacchinardi ha parlato dello scontro che attende domenica le due squadre: “Questa partita è una bomba, non c’era momento migliore per vedere Napoli-Inter e anche Atalanta-Juve, il destino le ha messe in calendario nel momento più delicato, in senso positivo o negativo. Per la Juve perdere a Bergamo sarebbe una bella mazzata, vincere sarebbe una enorme medicina, ma è sempre difficile. Ma oggi è un campionato totalmente diverso rispetto all’andata: prima la Juve giocava per non perdere per difficoltà oggettive che aveva davanti”.
Contro il Verona è sembrato di vedere un’altra squadra: “L’ho detto e lo ridico, parte tutto dal messaggio lanciato da Andrea Agnelli: basta galleggiare sul quinto-sesto posto, non siamo una squadretta che si accontenta, torniamo a fare la Juve e proviamo a vincere qualcosa. Il messaggio è arrivato a catena a tutti, pulendo le scorie di una squadra non vincente: non era colpa di Bentancur, Kulusevski e Ramsey, ma serviva un’impronta di personalità e non per caso si è preso Vlahovic, uno dei migliori al mondo. Non è un caso che Dybala col Verona ha corso sei-sette volte più delle ultime partite. E’ un entusiasmo da cavalcare e adesso è giusto spingere sull’acceleratore, perché questa squadra ha avuto una crescita negli ultimi mesi ma non bastava: sarebbe stato sempre un tirare avanti, e invece così si è data una sterzata forte al campionato”.
Chiosa finale su Zakaria: “Con il Verona Allegri ha messo Zakaria sulla destra del centrocampo a tre perché è un giocatore di passo e in quella zona lì Dybala fatica a coprire: coi tre davanti, servivano due alfieri fisici e grossi, Zakaria e Rabiot. Ma comunque può fare anche la mezzala, magari più con Cuadrado sulla riga laterale ad aprirgli gli spazi per buttarsi dentro in verticale. Lo vedo comunque più devastante in un centrocampo a due con Locatelli, e di fianco due ali come Cuadrado e Bernardeschi, in assenza di Chiesa, con Dybala in appoggio a Vlahovic. Poi è un giocatore “box to box”, ha strappi da interno. Ha fatto vedere pulizia di gioco, verticalità. Ha portato personalità, fisicità, fame. Tutte qualità di cui la Juve aveva bisogno, soprattutto lì in mezzo”.