“Questa di adesso è una Juventus virtuale. Sono contento del progetto di mercato, mi è piaciuto. Ma i giocatori in campo non ci sono. Provate a togliere all’Inter o al Milan cinque titolari”, queste erano state le parole di Massimiliano Allegri al Corriere dello Sport un paio di settimane fa . Evidentemente l’allenatore bianconero deve avere qualche dote profetica o deve aver fatto qualche strano rito scaramantico, perché ora il Milan di infortunati ne ha ben sette.
Kjaer, Calabria, Saelemaekers, Messias, Florenzi e Maignan, oltre che al lungodegente Ibrahimovic. Quattro o cinque calciatori titolarissimi nella squadra di Stefano Pioli, che ha dovuto inventare soluzioni differenti per sostituire i tanti assenti. E la differenza tra Milan e Juve sta proprio qui. Non tanto nella profondità della rosa e nella qualità dei singoli, quanto più nella capacità del tecnico di sapersi adattare alle situazioni. Pioli ci è riuscito, Allegri no.
I bianconeri giocano un calcio lento e prevedibile e aggrapparsi alle assenze non può che essere una misera scusa. Emblematiche le battute dei tifosi del Lecce, che dopo la vittoria contro la Salernitana hanno detto: “Noi li abbiamo battuti anche senza Pogba e Chiesa“, chiaro riferimento alle parole di Allegri nel post partita. Nelle due partite dopo la sosta sono arrivate due vittorie contro Bologna e Maccabi Haifa: ora serve l’acuto nel big match.
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