Osvaldo Jaconi, allenatore di Chiellini ai tempi del Livorno, ha rilasciato delle dichiarazioni a Tuttosport, parlando del difensore italiano. Ecco le sue parole sul debutto: “Giorgio aveva 15 anni e mezzo e giocava negli Allievi. Come era mia consuetudine, allenando la prima squadra, andavo a vedere le partite del settore giovanile per valutare se c’erano giovani interessanti. E mi sono imbattuto in questo difensore, un ragazzone altissimo, dal fisico portentoso. “Che ci fai qui, vieni con noi…” gli ho detto e si è aggregato alla prima squadra. Noi ci allenavamo a Tirrenia e così lui si faceva portare in macchina dalla mamma o dalla nonna, non osava chiedere ai compagni un passaggio da Livorno. Lì ha imparato i valori di chi si affaccia alla prima squadra: puntualità, sacrificio, rispetto. Ma con Giorgio è stato semplice perché erano i valori della sua famiglia”.
Sulle prime partite: “L’ho fatto esordire al centro in una partita di Coppa Italia. Oltre ad avere una naturale propensione alla spinta, avevo capito che poteva difendere anche uno spazio più ampio. E si è consacrato in quel ruolo, tanto che contro di lui anche i migliori attaccanti faticano. La cattiveria? Quella se l’è formata gradualmente perché Giorgio è sempre stato un ragazzo intelligente. Non viveva alla giornata, ma studiava gli avversari, ogni partita era un momento di crescita. E si sono visti i risultati di tanti anni di lavoro e abnegazione: anche nella finale di Coppa Italia è stato il migliore tra i bianconeri, la sua esperienza lo porta ad anticipare le mosse dell’attaccante”.
Sull’addio alla Juventus: “Dall’alto della sua moralità e intelligenza ha capito che è arrivato il momento di lasciare. Questo è stato un anno altalenante per lui, la sua è una decisione meditata nel tempo. Lui è sempre stato attratto dagli Usa perché ha una mente fervida, curiosa. Ha ancora le figlie piccole e sarebbe un investimento famigliare un’esperienza negli States, a contatto con una cultura diversa. Ma poi torna perché il suo futuro è già designato. Al termine della carriera diventerà un uomo simbolo della Juve, possiede tutti i requisiti per esserlo: stiamo parlando di un ragazzo intelligentissimo, con due lauree. Con Agnelli ha già parlato tante volte di quello che può e deve dare”.
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