Inchiesta 'Prisma', Paulo Dybala convocato in Procura

Inchiesta ‘Prisma’, Paulo Dybala convocato in Procura

L'attaccante bianconero è stato il primo giocatore chiamato dai magistrati come persona informata sui fatti e non sarà l'unico calciatore.

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Ieri sera era arrivata la notizia delle perquisizioni della Guardia di Finanza in alcuni studi legali di Torino, Milano e Roma. Il tutto nell’ambito dell’inchiesta ‘Prisma’, che già a fine novembre aveva visto l’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Agnelli, Pavel Nedved e l’ex dirigente Fabio Paratici, oltre ad altri tre dirigenti dell’area finanza e all’avvocato della Juventus Cesare Gabasio per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e false comunicazioni delle società quotate in borsa. La Procura di Torino sta continuando il suo lavoro riguardo all’accordo sulla riduzione degli stipendi dei calciatori nel periodo di piena diffusione della pandemia.

Oggi è stato chiamato a testimoniare Paulo Dybala. Il numero 10 bianconero non è indagato, ma è stato sentito dai magistrati come persona informata sui fatti, come già era successo a Federico Cherubini e Maurizio Arrivabene. Alle 15 la Joya doveva essere alla Continassa per il suo primo allenamento dopo la rottura con la Juventus e invece ha dovuto rimandare. A quell’ora infatti è arrivato in Procura accompagnato dall’autista Marino. Sono stati già chiamati anche agenti e legali a cui i giocatori si sarebbero rivolti per le scritture private che hanno regolato gli accordi con la società bianconera. E presto sarà il turno anche per altri calciatori di essere sentiti dalla Procura. L’obiettivo dei magistrati è capire quali siano stati gli accordi e le tempistiche degli stessi con la società. I giocatori e i procuratori potranno dare informazioni utili sulle carte trovate nelle perquisizioni degli studi legali.

Alla luce di queste nuove prove acquisite, la chiusura dell’inchiesta, che era prevista tra qualche settimana, potrebbe slittare. I pm stanno aspettando infatti la relazione del commercialista Enrico Stasi, che ha il compito di analizzare tutti i documenti sequestrati nelle perquisizioni dei mesi scorsi e di quelle recenti. L’intento comunque è quello di portare a termine l’inchiesta entro la primavera.

 

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