[fncvideo id=679923 autoplay=true]
Di Matteo Celletti
Ieri la Juventus ha ottenuto tre punti d’oro al Castellani contro l’Empoli. I due pareggi di venerdì, entrambi sorprendenti, di Milan e Inter, rispettivamente contro Udinese e Genoa, erano un’occasione troppo ghiotta da non sfruttare. Ora la classifica vede i bianconeri a quota 50 punti. In vetta rimane il Milan a quota 57, seguito dall‘Inter a 55 e dal Napoli a 54, che stasera sarà impegnato allo Stadio Olimpico contro la Lazio. Sette punti di distacco dalla vetta cominciano a essere stimolanti, per guardare al finale di campionato non solo in ottica quarto posto.
Quello che sembrava pura utopia qualche mese fa e solo un sogno lontano qualche settimana fa, ora può diventare qualcosa di più concreto. Ora la Juventus può credere nello Scudetto. E questa nuova prospettiva la deve sicuramente e Dusan Vlahovic. Il serbo è arrivato e ha risvegliato la squadra. Certamente con i gol, perché la squadra di Allegri, prima del suo arrivo, segnava poco. Ma anche con l’entusiasmo che ha portato a tutti i suoi compagni. Una scarica di adrenalina che ha ha trasmesso al gruppo. L’ex Fiorentina segna, è un trascinatore, già leader e riferimento in campo. Pagato una cifra molto importante, da lui ci si aspettava tanto e non sta deludendo.
La Juve, con la vittoria di ieri si è portata a 13 risultati utili consecutivi in campionato, 8 successi e 5 pareggi. L’ultima sconfitta risale al 27 novembre contro l’Atalanta. Una striscia positiva che, sfruttando le cadute delle squadre che erano o sono ancora davanti, hanno consentito agli uomini di Allegri prima di agganciare il quarto posto e ora di vedere a distanza più ravvicinata il traguardo più grande. Grande merito va anche a De Ligt, che ha avuto una grande crescita di rendimento ed è diventato una certezza assoluta. Il tallone d’Achille in questa possibile rimonta sono gli infortunati. Tanti, troppi. E soprattutto importanti. Ma la Juve c’è, fino alla fine.