[fncvideo id=679923 autoplay=true] Paolo Biancone, professore di Economia Azienda all’Università di Torino che è stato anche docente di Giorgio Chiellini, ha parlato ai microfoni di Tuttosport sul caso Juventus delle plusvalenze: “Ci troviamo di fronte a un problema legato alle valutazioni: nel momento in cui io compro qualche cosa e pago cash, la dimensione del pagamento è importante perché sottraggo risorse alla mia azienda. Nel momento in cui, invece, al posto di pagare cash ho una permuta di altri giocatori allora la fatica che faccio è diversa: non sottraggo risorse monetarie ma risorse di valore.
Quindi tutto si sposta sulla valutazione dei giocatori che è quanto di più complesso ci possa essere. Se qualcosa che per me vale 10, io la vendo a 12, allora faccio una plusvalenza di 2. Il punto è capire come è venuto fuori questo 12. Se è venuto fuori da uno che paga 12 in contanti è una cosa, se viene fuori da uno che paga con due giocatori da 6 è un’altra cosa. Perché la valutazione dei due giocatori da 6 e quella del giocatore da 12 potrebbe essere una valutazione che nessuno sarebbe disposto a pagare in contanti. La plusvalenza per definizione non è qualcosa di negativo: vuol dire semplicemente che io sono stato in grado di investire su un giocatore che aumenta o non perde di valore. Si tratta di un meccanismo virtuoso della gestione aziendale.
Quindi, concettualmente la plusvalenza non è peccato. Da un punto di vista reale però la plusvalenza potrebbe essere un problema nel momento in cui non fosse stata fatta una valutazione corretta ma strumentale a evitare una esclusione dal campionato per inadeguatezza dei fattori patrimoniali o una valutazione tesa a compensare perdite fatte in una gestione poco oculata. In sostanza: la plusvalenza di per sé non è cattiva ma lo è se è finta e maschera delle situazioni“.