di Flavio Zane
Con la vittoria per 2-0 sul Monza, la Juventus chiude il campionato, oltre che la stagione, al terzo posto in classifica, scavalcando nuovamente il Bologna. Il podio in Serie A e la vittoria della Coppa Italia sono dunque i risultati finali dell’annata bianconera. Massimiliano Allegri, prima del brusco e traumatico addio, ha così assodato il suo compito, c’entrando l’obiettivo principale di riportare la Juve in Champions League e riportando un trofeo a La Vecchia Signora. Eppure la sensazione è quella che, quando accaduto durante i festeggiamenti dell’Olimpico dopo il successo con l’Atalanta, possa aver tolto dall’impiccio una società già orientato al cambio di guida tecnico.
I pilastri da cui ripartire
Massimiliano Allegri però, che piaccia o non piaccia, il suo lo aveva fatto. Perché, oltre a ottenere tutto ciò che il club gli aveva realisticamente richiesto, ha inoltre valorizzato le nuove leve, ma non solo. Alla conclusione della sua gestione, alcuni giocatori che nel suo triennio hanno peccato di continuità, nell’ultimo mese paiono aver ritrovato tutto il loro smalto. In primo luogo Dusan Vlahovic, eroe della finale di Coppa Italia, ed eletto miglior attaccante della Serie A (considerato che Lautaro Martinez, attaccante dell’Inter, ha vinto quello come miglior giocatore del torneo). Discorso analogo per Federico Chiesa, afflitto in stagione da tante noie fisiche, ma ritrovato nell’ultima fetta di stagione e tirato a lucido e speranza della Nazionale italiana. Da questi due giocatori la Juventus può pensare di ripartire e costruire una squadra ancora più vincente o, in alternativa, pensare di fare cassa considerando la loro valutazione nuovamente a livelli importanti.
I dubbi di centrocampo
Il discorso diventa un po’ differente spostandosi indietro di qualche casella indietro nell’assetto della formazione ideale della Juventus. Infatti, dopo mesi disputati a livelli altissimi, Adrien Rabiot e Weston Mckennie hanno concluso comprensibilmente boccheggianti l’ultima parte di stagione. Su entrambi i giocatori peserebbe inoltre una situazione contrattuale incerta, seppure filtrerebbe un certo ottimismo in particolare per il francese. La società sembrerebbe orientata a cercare di ripartire da loro due, ma, con o senza di loro, il centrocampo della Juventus dovrebbe essere il reparto più rivoluzionato presumibilmente nella prossima sessione estiva di calciomercato. Un discorso simile potrebbe essere fatto anche per Fabio Miretti, prima alternativa ai titolari durante l’anno, ma messo un po’ in disparte nell’ultimo periodo. A differenza di Rabiot e Mckennie, il suo futuro potrebbe essere maggiormente legato al raggiungimento del club degli obiettivi sul mercato.
Le belle speranze della Juventus
Oltre ai pilastri dell’attacco e i dubbi di centrocampo, la Juventus può però vedere con fiducia al futuro anche considerando altri elementi della rosa. Proprio a centrocampo, in particolar modo contro il Monza, i bianconeri hanno potuto rimirare la fame di Nicolò Fagioli, di fatto come un neo acquisto dopo quasi un anno di stop forzato per squalifica. Con ogni probabilità, il centrocampista italiano, premiato anche nelle convocazioni del C.T. Luciano Spalletti in vista degli Europei, sarà il vero caposaldo del reparto. Infine, Paolo Montero ha espresso parole di lode anche per un giocatore sin qui oggetto misterioso della rosa bianconera. Stiamo parlando di Tiago Djalò, l’acquisto principe del calciomercato invernale, ma sceso in campo solamente nell’ultimissima partita della stagione. Il tecnico della Primavera, prestato alla prima squadra solamente per gli ultimi due impegni stagionali, ha dato il suo veto. Per l’allenatore, il difensore ex Lille ha tutte le doti per poter far parte della Juventus che verrà.