L’ex calciatore, tra le altre della Juventus, Zlatan Ibrahimovic, ha parlato intervistato da Piers Morgan, ai microfoni del quale ha parlato degli allenatori che ha avuto e del rapporto instaurato con ognuno di loro: “Ho conosciuto Mourinho quando ha vinto la Champions League con il Porto. È venuto in Inghilterra e faceva un sacco di rumore, ma ha fatto anche tutto quello che aveva detto che avrebbe fatto. Non si tratta di arroganza, ma di fiducia. Lui ci crede davvero ed è schietto. Io sono così, se credo in certe cose lo dico e farò di tutto per riuscire a raggiungere i miei obiettivi. L’ho incontrato per la prima volta all’Inter ed è stato tutto diverso”.
“Io venivo da Capello, uno della vecchia scuola ma molto duro. Mi distruggeva ogni giorno, mi buttava giù e mi tirava su ed è così che ha creato la mia mentalità in campo. Non mi ha mai fatto sentire soddisfatto. Mi ha detto di cosa aveva bisogno, io ero giovane, mi nascondevo tra grandi giocatori come Cannavaro e Vieira e lui urlava il mio nome. È così che è nato il soprannome Ibra, era divertente ma anche dura per me, era ogni giorno così ed era la mentalità della vecchia scuola”.
“Poi ho incontrato Mourinho che aveva una mentalità molto dura ma che era una cosa nuova. In ogni allenamento facevamo una cosa nuova, non ripetevamo mai lo stesso esercizio due volte. Ci guardava e diceva a tutti ‘Avrete una chance, una seconda no’. Era diretto ma ti fa sentire forte e ti fa lottare per lui. Ti motiva ed è un vincitore. Dice quello che pensa, ma prima si informa”.
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