Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha parlato intervistato a margine dell’inaugurazione de “La Storia siamo Noi”, una mostra di cimeli azzurri in programma al Salone d’Onore del Coni: “I cori al derby si contrastano con forme di repressione e campagne di educazione, a cominciare da famiglie e scuole. Al di là della discriminazione razziale o territoriale, è una ferita lacerante nella nostra socialità, ed è assurdo che ci siano ancora persone che tengono questi comportamenti”.
“Mi rattrista in particolare vedere ragazzi di 12-13 anni festeggiare con quei cori beceri, ma possiamo interrompere questo comportamento con alcuni processi. Con la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni stiamo creando dei percorsi collaborativi. Reprimere, educare e soprattutto prevenire: questa è la risposta. E chiedo poi la collaborazione anche alle nostre società per identificare subito i soggetti responsabili”.
“Con Mancini stiamo progettando un percorso, dove la vittoria per noi non è l’unica ricchezza su cui fondare i nostri impegni. C’è un percorso che porta al successo e il calcio italiano sta iniziando a intravedere i talenti, a dimostrazione che il talento c’è e se ci crediamo i giovani rispondono nel modo giusto. Crediamo anche in Mancini e nel suo lavoro, ci fa stare sereni. Questa serenità ha bisogno poi di un supporto di fiducia che si conquista con i risultati”.