TORINO – Il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha parlato intervistato dai microfoni de La Gazzetta dello Sport dei programmi futuri della Serie A e della Nazionale Italiana: “Riforma dei campionati, giovani, infrastrutture. Un trio d’attacco importante. Superlega? Sono assolutamente contrario. Il radicamento e la territorialità del nostro mondo devono essere salvaguardati. La Super Champions deve essere un fattore di sviluppo per tutti e allontana definitivamente lo spettro della Superlega. La Uefa non ha alcuna intenzione di mortificare le competizioni nazionali, si troverà una soluzione per la crescita del calcio italiano ed europeo”.
“Per la Serie A penso ad una riforma da un punto di vista qualitativo, non quantitativo. Che riguardi tutto il sistema. Bisogna ritracciare il profilo dell’area professionistica e di quella dilettantistica. Così si surriscalda troppo il sistema. Nel senso che ci sono turnover troppo alti, in serie B a ogni stagione cambia il 40 per cento delle squadre. Una retrocessa dalla A alla B non ce la fa, non basta il paracadute. E allora si deve agire sulla redistribuzione delle risorse e della flessibilità degli emolumenti. La soluzione potrebbe essere quella di due gironi di B, in verticale, non orizzontale. Noi dobbiamo impedire che si creino dei disadattati sociali. In Lega Pro lo stipendio medio è di 30mila euro lordi: il rischio è di arrivare a 35-36 anni e di trovarsi in mezzo al guado del futuro senza mezzi. Per questo teniamo così tanto al contratto di apprendistato e alla formazione”.
“Non c’è federazione al mondo che può tagliare gli stipendi. Parliamo di un’economia di mercato. Diverso è riuscire a sensibilizzare, e su questo l’interlocuzione con l’Aic ha trovato terreno fertile. E il tema deve andare di pari passo con dei meccanismi di controllo sul sistema. Oggi utilizziamo parametri che sono raggirabili, l’ipotesi è quella di un rating delle società per renderle più credibili anche verso il sistema bancario”.
“La Nazionale ha riconquistato l’entusiasmo perduto, grazie a Mancini, ma anche a tutto il Club Italia, sempre più vicino all’idea organizzativa di un club. Con Roberto abbiamo un bellissimo rapporto, ci confrontiamo spesso, lo faremo anche in tempi brevi. È un elemento fondamentale, ha un contratto fino al 31 dicembre 2022. E’ ovvio che se dovesse avere una proposta da fuori ci confronteremmo, e certo la Federazione non potrà mai essere concorrenziale con un club. Piano B? Assolutamente no. Roberto ci porterà al Mondiale e stiamo lavorando perché rimanga anche dopo. Conoscendo Mancini, mi sorprenderebbe vederlo interrompere questa storia”.
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