Emanuele Giaccherini, ex calciatore, ha detto la sua sulla Juve. Ecco le sue parole al Corriere dello Sport, parlando anche di Thiago Motta e di Antonio Conte, impegnati contro oggi nella sfida tra i bianconeri ed il Napoli: “Conte chiamò Thiago proprio perché aveva la capacità di essere un leader silenzioso della squadra. Aveva personalità ed era affermato a livello internazionale, aveva esperienza di certe situazioni. Il rapporto tra loro era di grande rispetto, di grande stima. Avere uno come Thiago in quella Nazionale, dove magari non c’era grandissima qualità, ci permetteva di compensare un po’ questo aspetto. Tutti noi ci aggrappavamo un po’ a lui nei momenti di difficoltà, a livello di leadership, di personalità e anche tecnico: gli davi il pallone e te lo ripuliva”.
“Se aveva già le caratteristiche da allenatore? Sì. Anche se sinceramente non pensavo che potesse diventare questo tipo di allenatore qua, perché non era uno che parlava tanto. Però si faceva sentire: quando alzava la voce tutti stavano ad ascoltarlo. Poche parole, ma giuste. E questo è comunque un tipo di leadership, che lui possedeva in abbondanza. Quindi non mi stupisco della sua carriera in panchina”.
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