La Juventus affronterà sabato sera il Verona nella partita valevole per la ventottesima giornata del campionato italiano di Serie A. Il difensore dei bianconeri Federico Gatti ha parlato intervistato dai microfoni de La Stampa, ai quali ha raccontato la sua esperienza in bianconero: “Il mio percorso era questo, i no che ho ricevuto mi hanno portato alla Juve. La strada è lunghissima. Due prestazioni positive non mi trasformano in fenomeno e due negative non fanno di me un brocco. Sono arrivate in un momento particolare che hanno esaltato le mie caratteristiche: cattiveria e voglia di tirar fuori qualcosa da dentro. La squadra mi ha aiutato e le vittorie hanno favorito i giudizi positivi”.
“Ci sono stati momenti molto difficili, inutile nasconderlo. Ne incontrerò ancora ma ho lavorato tanto e ancora più duramente aspettando un’opportunità. Sono tornato a casa dopo anni e nel modo migliore. Nessuno immaginava di vedermi alla Juventus. Ho scelto di vivere in un paese vicino: mi servono verde e tranquillità. Prima non avevo la testa di oggi. Quel fuoco che adesso mi fa superare gli ostacoli. L’addio al Torino l’ho vissuto come una grande sconfitta ma mi ha spinto fin qui. Darò il 100% per la maglia della Juve e voglio conquistarmela ogni giorno per restare il più a lungo possibile”.
“Quindici punti sono tanti, la sentenza però ci ha uniti. La nostra idea è giocare partita dopo partita e dare sempre di più per arrivare in alto, poi sappiamo che la società farà di tutto per avere indietro i punti tolti. La mia è una storia unica. Di calciatori forti ce ne sono ma non basta. Bisogna avere qualcosa in più dentro e tanta fortuna. La mia è stata trovarmi al posto giusto al momento giusto e incrociare persone che hanno creduto in me. Devo ringraziare il direttore del Verbania Fassoli, che mi ha fatto salire in D, quello della Pro Patria Turotti che mi ha fatto salire in C. Mi ha dato fiducia nonostante non mi allenassi da mesi durante il covid correvo solo nei campi. A Frosinone in B ho incontrato Angelozzi e il mister Grosso, un anno fondamentale”.
“Io sono un tipo solitario per carattere. I miei compagni sono fratelli e morirei per loro. Fuori dal campo amo stare con chi c’è sempre stato: Greta, la mia compagna da quattro anni, la famiglia e gli amici di sempre. Non dimentico che rappresento la Juventus sempre, serve rispetto qualunque cosa faccia. Cerco di prendere i piccoli dettagli per imparare ogni giorno dai miei compagni, Di Maria è un alieno. Ora voglio conquistarmi questa maglia e vincere trofei con la Juve, qui ogni allenamento è un esame, non devi sentirti appagato. La concorrenza è alta ma si cresce così”
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