Nel suo editoriale su La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando ha parlato della sfida a distanza tra Juventus e Inter. Ecco le sue parole: “L’Inter non scappa. La Juve la tiene a due punti. Alla significativa vittoria dei nerazzurri su un campo ancora inviolato, i bianconeri hanno risposto battendo in casa sua un avversario altrettanto ostico, come la Fiorentina. La Juve ha risposto per le rime, verrebbe da dire. Con una tipologia di partita, per molti aspetti, analoga a quella dell’Inter a Bergamo. La Juve, perfetta nell’organizzazione difensiva, ha rinunciato completamente a giocare. Allegri non ha schierato un pullman davanti alla porta di Szczesny, ci ha messo anche i furgoni dei magazzinieri. Il Lecce all’Olimpico, al confronto, sembrava il Milan di Sacchi. Ci sono dati che, solo a snocciolarli, imbarazzano. Uno soprattutto, al di là del possesso palla costantemente sotto il 30%, fotografa bene il match: 50 cross subiti e 5 fatti. La Juve è stata presa a pallate nella sua tana. Naturalmente, alla fine, Allegri aveva il sorriso di un bambino la mattina di Natale: l’apoteosi del corto muso. La Juve non espugnava Firenze in campionato dal 2018 (c’era lui) e non raccoglieva così tanti punti (26) dall’ultimo scudetto 2019-20 (29). È secondo a soli 2 punti dall’Inter vice-campione d’Europa. I numero fanno la ola a Max: ha ragione lui”.
La filosofia della Juventus
Garlando ha proseguito parlando dell’interpretazione del gioco della Juventus: “Ma davvero non si può vincere in un altro modo? Davvero è necessario tenere fuori Vlahovic e togliere Chiesa dopo averlo intristito in lunghe attese senza palla? Davvero chi ama da sempre la Juve si accontenta delle classifica e non prova imbarazzo davanti a una Signora così sottomessa e lontana dall’autorevolezza della sua storia? La Juve deve ancora dimostrare di saper vincere come l’Inter, giocando. E prima o poi sarà costretta a farlo. Magari nello scontro diretto del 26 novembre allo Stadium. Ma la strada è lunga e la Signora ha tutto il tempo per crescere e farsi bella. In fondo, il gol di Miretti, che ha deciso la partita di Firenze, è una promessa in questo senso. Il ragazzo non aveva mai segnato in bianconero. Lo cercava con caparbietà. Finalmente è arrivato. E potranno arrivare tante altre belle cose che, al momento, Allegri tiene nascoste”.