Il calciatore del Sassuolo Davide Frattesi ha parlato intervistato dai microfoni di Tuttosport, ai quali quali ha detto la sua sul campionato italiano e sul suo passato, citando anche la Juventus.
“Il mio gol, la vittoria allo Stadium… e il pensiero di mio nonno Carmine, che era un tifoso juventino sfegatato. Sono queste le prime cose che mi vengono in mente. Assieme al pensiero di fare un’altra grande partita e provare a vincere ancora, anche per cancellare la brutta sconfitta che abbiamo incassato domenica a Cagliari”.
“Stagione bella, ma un po’ di rammarico guardando la classifica ce lo abbiamo. Avessimo avuto sempre le motivazioni che siamo riusciti a trovare contro le grandi potremmo avere 6-7 punti in più: non saremmo di certo a giocarci lo Scudetto, ma potremmo inseguire l’Europa. Partite come quella di Cagliari ci hanno tagliato le ali”.
“Il Sassuolo è una società non troppo pressante sui risultati e questo aiuta a lavorare bene, soprattutto i giovani. Poi, parlo per la mia esperienza di quest’anno, uno staff eccezionale, che ha messo a loro agio tutti noi nuovi arrivati, e un grande gruppo, molto sano, dove si lavora bene. Un posto perfetto per crescere, il resto dipende dal singolo”.
“Era una delle prime volte che venivo convocato in prima squadra nella Roma, ci andavamo a riscaldare a turno a gruppi di tre e i giocatori bianconeri facevano lo stesso: quando arrivò il mio turno tra loro c’era Marchisio. Mia nonna Stefania da anni mi faceva i collage con le foto mie e sue dicendomi “Sei uguale!”, al che io le rispondevo che lo diceva perché mi vedeva con gli occhi dell’amore. Una volta lì, con l’idolo di una vita, forse più ancora di mia nonna che mio (ride, ndr), sono andato a chiedergli la maglia. E’ stata una grande emozione, io avevo giocato solo in Primavera, ma lui mi ha detto subito che a fine partita me l’avrebbe data, e al fischio finale pur avendo perso è venuto subito da me. Io presi la maglia e non sapevo cosa fare. Pensavo “La mia non la vorrà, che se ne fa?”, invece me la chiese. Siamo rimasti in contatto e lo sento tuttora, persone di quello spessore umano nel calcio si incontrano raramente. Il giocatore poi lo conosciamo tutti. Simili? Sì, in questi aspetti sì, qualcosa di simile c’è. Parlandoci ho anche scoperto che siamo stati tutti e due un anno a Empoli, ma sicuramente io devo continuare a lavorare e tanto. Lui ha fatto una carriera importantissima, è stato uno dei centrocampisti italiani più forti. Devo lavorare per cercare di riuscire magari un giorno a emularlo”.
“L’interesse della Juve sicuramente fa piacere. Questo è certo. Con Claudio avevamo fatto una cena tra amici al suo ristorante, mangiando tra l’altro molto bene. Sicuramente fa piacere, ma ora non è il momento di pensare a certe cose. Penso solo a finire bene la stagione, poi quest’estate si vedrà”.
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