Maria Sole Ferrieri Caputi sarà il primo arbitro donna che fischierà in Serie A dal prossimo anno. Intervistata dai microfoni de La Gazzetta dello Sport, il fischietto di Livorno ha raccontato le sue sensazioni e aspettative in vista del prossimo anno.
Lei avrebbe voluto giocare a calcio sognando di essere…?
“Roberto Baggio. Ma so che sarei diventata un Gattuso… Andavo a vedere le partite del Livorno al Picchi: il calcio mi emozionava, la cornice di gente era super. L’idolo? Igor Protti”.
Ora che è tutto vero, come e dove se lo immagina il suo debutto da arbitro in A? E ha mai pensato di mollare anni fa?
“Ho pensato di mollare diverse volte: ai tempi della Promozione ricordo una gara in cui ci fu un allungo e io rimasi indietro. ‘Ma dove vai Maria Sole…’, mi dissi. Ma lì, se hai dentro passione, scatta qualcosa. Fu la svolta. Il debutto? Sono ancora nella fase in cui spero che arrivi: diciamo che sono curiosa di vedere da vicino giocatori visti solo allo stadio o in tv, capire che persone sono. Le difficoltà che troverò? Saranno legate alla velocità del gioco, degli eventi, ai ribaltamenti di fronte, al mestiere di calciatore: più si sale più il giocatore ha mestiere”.
Quante mancanze di rispetto ha dovuto sentire in passato?
“Nei campionati provinciali ne ho sentite tante, poi da anni non succede più fortunatamente. Da ‘Tr…’ a ‘Put…’, da ‘Vai a rigovernare’ a ‘Datti al pattinaggio artistico’, da ‘Non ci capisci di calcio’ a ‘Hai un contatto facebook?’ me ne sono capitate. Come reagivo? Mi faceva sorridere e basta. Una volta un calciatore mi fissava e gli ho detto che la palla era altrove… In passato più che la paura ricordo il dispiacere: un paio di allenatori, ai tempi degli Allievi, nei campi polverosi di Livorno al freddo delle sei di sera, hanno dato spettacoli impietosi. In campo in qualche modo posso ristabilire la giustizia con i provvedimenti, con tutto il contorno è più difficile. Culturalmente bisogna fare ancora molto”.