Suolè, Fagioli e Miretti: "La prima squadra una grande sfida" - JuveNews.eu

Suolè, Fagioli e Miretti: “La prima squadra una grande sfida”

Fabio Miretti
I tre giovani della formazione bianconera parleranno dalla sala stampa dell'Allainz Stadium per presentarsi come nuovo giocatori della prima squadra

La Juventus ha iniziato il campionato e il suo cammino in Champions League, con la squadra che può contare in questa stagione sull’aiuto di tre giovani giocatori promossi stabilmente in prima squadra. Si tratta di Fagioli, Miretti e Soulè, che dalla sala stampa dell’Allianz stadium, si presentano parlando della loro stagione e del passaggio in prima squadra.

Prende la parola Maurizio Arrivabene.

“È un piacere incontraci in questa occasione. Di solito presentiamo acquisti, oggi invece presentiamo il frutto di tanto lavoro fatto nel settore giovanile della Juventus, e che approrda in prima squadra con questi tre calciatori. Il progetto parte da 4 anni fa, voluto fortemente da Cherubini, e che oggi porta i suoi frutti. Il progetto è stato sviluppato e portato avanti da altre persone che ringrazio per quanto è stato fatto. Se questi tre giocatori sono qui è grazie al lavoro di chi ha creduto in questo progetto. Do il benvenuto in prima squadra a questi tre giocatori”.

Prende la parola Federico Cherubini.

“Questa è un’opportunità per fare i ragionamenti su quanto stia funzionando il nostro progetto. Dieci anni fa parlavamo del fatto che il sistema formativo italiano non portasse giovani in prima squadra, ora questi tre calciatori dimostrano la bontà del nostro progetto. Abbiamo approcciato il problema dal punto di vista formativo, investendo su strutture, metodologie e nello staff. Lo spostamento alla Continassa non ci ha fatto dimenticare Vinovo, dove abbiamo investito tanto per consentire ai ragazzi di crescere al meglio. Dopo questo abbiamo affrontato il tema del percorso dei giovani, che alla fine del campionato primavera entravano in un limbo che li portava in prestito. Non più del 2% dei calciatori delle primavere vanno in prima squadra, e questo ci ha fatto capire che c’era un buco tra questa realtà e la prima squadra. Abbiamo quindi iniziato, insieme ad altri club, a volere il sistema delle seconde squadre, e nel 2018 abbiamo potuto iscrivere la seconda squadra in Lega Pro. A questo proposito ringraziamo il Presidente Ghirelli per l’impegno e per averci accolto tra mille difficoltà, e tra lo scetticismo generale. L’Under23 è un progetto sportivo serio, è una squadra che scende in campo per provare a vincere e per formare calciatori, per il mercato ma soprattutto per la prima squadra. Abbiamo cambiato il format della squadra, che da Under23 è diventata Next Gen. Ad oggi abbiamo de Winter e Ranocchia che giocano in Serie A, per fare un esempio, che stanno completando il loro percorso formativo esternamente. Ma tanto riluciamo fare con la seconda squadra, e questi tre giocatori oggi presenti si affacciano alla Serie A con tante partite da professionisti fatte nella seconda squadra della Juve. Siamo soddisfatti e contenti di questa giornata, che è un consolidamento e una testimonianza della bontà di quello che stiamo facendo, e dell’impegno del club nel valorizzare il prodotto del settore giovanile”.

PERCORSO 

Soulè: “Io sono arrivato a 17 anni, all’inizio ho avuto un po’ di infortuni, poi la pandemia ci ha messo del suo. Con miser Zauli le cose andavano bebe e poi mi sono infortunato. Poi con Bonatti ho giocato tutto l’anno e sono passato in Under23. Di nuovo con Mister Zauli sono rimasto fino all’anno scorso, poi quest’anno sono passato in prima squadra”.

Miretti: “Sono qui da quando ho 8 anni, ho fatto tutto il percorso nel settore giovanile, poi nelle ultime due stagioni sono passato in Under19 e in Under23, e dallo scorso anno ho iniziato a fare qualche presenza in prima squadra fino ad arrivare quest’estate in ritiro con la squadra rimanendo stabilmente qui”.

Fagioli: “Io ho fatto il primo anno i giovanissimi Nazionali, poi gli Allievi e poi la Primavera. Il primo anno ho fatto l’under23, dopo due anni sono andato in prestito alla Cremonese e ora sono in prima squadra”.

PROGETTO JUVE

Soulè: “Ero ad un ristorante in Argentina con il mio procuratore e mio papà. C’erano tre club, il mio procuratore mi ha detto di prendere tempo per pensare, ma subito ho pensato di scegliere la Juve, anche se sapevo la difficoltà per arrivare in prima squadra. A me piacciono le sfide e volevo farcela. Sognavo da piccolo una squadra così grande”.

Miretti: “Da quando avevo 8 anni tifavo Juve, prima si è interessato il Toro, poi sono arrivati i bianconeri, e tutti i servizi che offrivano erano comodità che ci hanno fatto scegliere la Juve”.

Fagioli: “Mi alleno qui da quando ho 11 anni, tifo Juve e la scelta è stata facile”.

MENTALITÀ E OBIETTIVI

Soulè: “Voglio fare tante presenze. La prima squadra è diversa dalla Serie C, io devo guadagnarmi il mio posto ma sto tranquillo perchè so che arriverà il mio momento. Sento la fiducia di tutti e io do tutto quanto”.

Miretti: “Essere cresciuti nel settore giovanile ci fa arrivare in prima squadra pronti, perchè sappiamo quali sono le nostre responsabilità. È una questione di identità che ci portiamo dentro da tanti anni. Poi in prima squadra il mio compito è quello di imparare dai più esperti, non quello di trasmettere valori che già hanno”.

Fagioli: “Possiamo essere d’esempio per i ragazzi del settore giovanile, sappiamo cosa vuol dire stare qui”.

DI MARIA

Soulè: “Io cerco di imparare da tutti, senza sentire cosa dicono di me. Ho un rapporto bellissimo con Angel, c’è una grande confidenza essendo entrambi argentini”.

ESPERIENZA

Fagioli: “Mi sono allenato con tanti campioni e questa è stata una fortuna. Ho iniziato a 17 anni facendo la tournée con Allegri, poi dopo l’anno con Pirlo abbiamo deciso di andare in prestito. La scelta si è rivelata azzeccata perchè ho trovato spazio e minutaggio”.

PERCORSO

Miretti: “La cosa più difficile che ho dovuto affrontare lo scorso anno è stato l’adattamento, sia fisico che tecnico, perchè i livelli sono diversi. Un aspetto che mi ha messo in difficoltà è stato quello psicologico, ossia doversi aiutare ad allenamenti e partite con la prima squadra che hanno un peso diverso da quelle con Under19 o Under23. Quando ho iniziato il mio idolo era Nedved, poi man mano che crescevo ho cambiato anche il mio ruolo, ed ora il mio punto di riferimento è De Bruyne”.

PRIMA SQUADRA

Soulè: “Quando arriva il momento che arrivi in prima squadra è un’emozione incredibile. Quando mi danno la maglia è bellissimo. Io a volte non mi rendo conto di quello che ho fatto e dove sono arrivato. Io sono qui ora e penso a questi colori e a giocare il più possibile qui”.

Miretti: “Essere qui dopo tutto il percorso delle giovanili è un sogno che è diventato un obiettivo, ed averlo raggiunto è motivo di orgoglio. A volte non me ne rendo conto, ma se mi metto a pensare alla fortuna che ho mi sento orgoglioso dei sacrifici fatti. Il mio pensiero è per la Juve e basta”.

Fagioli: “Finalmente sono qui dopo anni di prestito. Sono contentissimo di essere qui”.

CHAMPIONS LEAGUE

Miretti: “Sono rimasto colpito dai ritmi che ci sono e dalla qualità. Mi è rimasto molto di questo della partita contro il PSG”.

SERIE C

Fagioli: “L’Under23 è importante perchè per me il passaggio da primavera a prima squadra è troppo ampio. Il passaggio in Serie C aiuta molto a crescere ed a preparaci per la prima squadra. Questa è stata una grande scelta della Juventus”.

Chiude la conferenza Federico Cherubini.

“Il progetto della seconda squadra è attuale, e speriamo che altre società ci seguano. Dieci anni fa pensavamo che avere un’area prestiti supersviluppata poteva risolvere alcuni problemi, ma poi abbiamo capito che serviva una seconda squadra. Se abbiamo potuto fare questo progetto è grazie alle risorse investite dal club, e siamo qui per restituire qualcosa alla società. La Juventus sta cercando di guardare e rivisitare il suo DNA in chiave moderna. Questo non potrà mai prescindere dai grandi campioni, ma ad oggi riteniamo che in un calcio che deve andare verso la sostenibilità, la seconda squadra dovrà essere una risorsa per il club. Vogliamo dare una nivea identità anche alla prima squadra con un patrimonio creato internamente”. 

Abbiamo un progetto per la casa della seconda squadra, sospeso per la pandemia, ma che verrà ripreso in futuro. Sarebbe un grande valore aggiunto, e ci auspichiamo di avere una nuova casa. All’inizio eravamo sette club per questo progetto, tutti convinti. Poi non so cosa abbia frenato gli altri, noi abbiamo fatto questo passo e siamo convinti di aver fatto la cosa giusta, sperando che qualcun altro ci segua”.

Riprende la parola Maurizio Arrivabene. 

“La Juventus Next Gen non è solo un’iniziativa dal punto sportivo. Oggi si parla molto dei giovani, e per noi Next Gen non è solo calcio, ma anche un esempio che questi ragazzi devono dare ai giovani della loro età, non solo in campo ma anche fuori. Questi tre ragazzi sono un esempio e per Juventus sono un investimento anche eticamente utile. Non rappresentano solo un esempio sportivo, ma anche di vita e di comportamento per i ragazzi della loro età. Anche da qui nasce il nome Next Gen, per indicare una strada di esempi da seguire. Noi abbiamo una strategia precisa dietro le scelte, in qualsiasi società un giovane che entra ha bisogno di un esempio, ed avere certi giocatori in prima squadra servirà a questi ragazzi a prendere esempio ed a diventare dei campioni. Voglio ringraziare anche Gianluca Pessotto per quello che fa e per il contributo che da a questo progetto”.

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