Juve, l'ex preparatore: "Non è solo un problema fisico"

Juve, l’ex preparatore: “Non è solo un problema fisico”

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Massimo Neri, ex preparatore atletico della Juventus ai tempi di Fabio Capello, ha parlato a Tuttosport dei problemi della squadra di Allegri

La Juventus ha iniziato questa stagione in un modo davvero deludente. La sconfitta contro il Milan ha riportato la squadra in crisi dopo le vittorie con Bologna e Maccabi Haifa. E tutti si interrogano sulla natura dei problemi dei bianconeri. Per questo Tuttosport ha intervistato Massimo Neri, storico preparatore atletico nello staff di Fabio Capello alla Juve: “Con un calendario così congestionato, con una partita ogni tre giorni, c’è davvero poco spazio per allenarsi e per migliorare quelle lacune evidenziate dalla Juve e, in generale, anche da altre squadre. Ci vuole tempo per ottenere dei risultati, come per esempio per esaltare velocità e intensività”.

Le cause: “Stiamo parlando di atleti che, anche se non si allenassero, avrebbero comunque un’autonomia in grado di reggere almeno un tempo. E’ impensabile che finiscano le energie in così breve tempo: sono convinto che, in questo caso, subentrino altri aspetti, come quello mentale e motivazionale, con un approccio sbagliato alla gara. La preparazione non è l’unica causa di un ritmo blando, bisognerebbe scavare più a fondo. Anche perché lo staff tecnico è il primo a rendersi conto dei parametri fisici di ogni singolo giocatore: sa perfettamente chi è in condizione e chi no”.

Come si recupera dagli impegni ravvicinati: Non è facile in questo periodo inserire degli allenamenti specifici per migliorare la risposta della squadra nello spazio di poco tempo, considerando che si gioca ogni tre giorni. L’unico modo per recuperare le energie in un breve arco di tempo è riposare, svolgere allenamenti rigeneranti e seguire un’alimentazione che permetta il reintegro delle sostanze energetiche. Non c’è un esercizio che consenta di fare subito il pieno di benzina”.
La preparazione estiva: Un tempo si dedicavano addirittura sette settimane alla preparazione estiva, poi siamo passati a sei e a cinque. Ora, tra tournée e amichevoli, se ne dedicano due e i preparatori non hanno lo spazio sufficiente per il lavoro fisico-atletico. Per di più siamo di fronte a una stagione anomala, fatta da due tornei separati da un mese e mezzo senza partite”.