di Mattia Cinelli
La stagione della Juventus è oramai conclusa. Pietro Paolo Virdis, ex attaccante della Vecchia Signora negli anni ’70 e 80′, ha rilasciato delle dichiarazioni alla nostra redazione, analizzando l’annata del club bianconero.
Come giudica la stagione della Juventus?
“Buona, è partita male ma poi si è ripresa, ha comunque conquistato un quarto posto che è importante. Ha acquistato Vlahovic, che ultimamente ha avuto un calo, ma rimane un grande acquisto”.
Si aspettava di più dal ritorno di Allegri sulla panchina bianconera?
“Credo che abbia fatto il massimo per la squadra che aveva”.
La Juventus, secondo le ultime indiscrezioni sembrerebbe puntare su calciatore già pronti e di esperienza come Di Maria e Pogba, rispetto a giovani come Raspadori e Zaniolo. Per lei è la linea giusta?
“Il problema della Juventus è il centrocampo, per questo i bianconeri vogliono prendere dei calciatori già consolidati. Pogba e Di Maria sono in scadenza di contratto, profili importanti, ma a loro va affiancato qualche ragazzino”.
Se lei fosse stato un dirigente bianconero avrebbe rinnovato il contratto a Dybala?
“Lui guadagna tanto, è un problema di tutte le società. E’ un giocatore talentuoso, ma oramai non faceva più parte dei programmi della società bianconera”.
Quest’anno è mancato tantissimo Chiesa, quanto è pesata la sua assenza?
“Ha dimostrato di essere un campione, si è inserito subito nell’ambiente bianconero senza subire il contraccolpo. I suoi cambi di ritmo sono mancati tanto”.
La Juventus, per rinforzare le corsie esterne, vorrebbe Bellanova o Nandez, chi consiglia tra i due?
“Sono ottimi giocatori, Bellanova una grande sorpresa, sarebbe utile per ringiovanire la rosa”.
Lei ha avuto due maestri come Sacchi e Trapattoni, allenatori che hanno rappresentato due modi di vedere il calcio. Con quale metodo si è trovato meglio?
“Mi sono trovato bene in entrambi i casi, perché le loro impostazioni di gioco combaciavano bene con le mie caratteristiche”.
Per alcuni giovani che passano da squadre di media classifica a top club come la Juventus, soprattutto nei primi tempi, si trovano in difficoltà, lei come superò questa fase di ambientamento?
“Per me fu complicato, volevo restare al Cagliari e non andare in nessuna squadra. Le attese sono molto alte”.
Ha fatto parte della Juventus meridionale degli anni ’70, formando con Furino, Brio, Gentile e Cuccureddu un insieme di giocatori proveniente dal Sud. Questo gruppo vi ha dato ancora più spinta verso i successi di quegli anni?
“Credo di si, la Juventus cercava di portare giocatori da diverse regioni, per fare appassionare i tifosi”.
Lei è stato un eccellente rigorista in carriera, solo un errore e 23 reti. Aveva qualche trucco particolare?
“Cercavo di non dare riferimenti, testa bassa fino all’ultimo momento”.
Ringraziamo Pietro Paolo Virdis per la sua cortesia e disponibilità.
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