TORINO – Dopo aver battuto la Roma per 2-0, ora la Juve si prepara per la delicatissima sfida di domani sera contro l’Inter di Antonio Conte, valida per l’accesso alla finale di Coppa Italia. Ma ritornando alla sfida con i giallorossi, siamo andati ad analizzare quello che è stato l’esito della gara con un grandissimo esperto di calcio. Si tratta del noto radiocronista Rai Francesco Repice, il quale ha cortesemente rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva alla nostra redazione.
Partendo dai giallorossi, pensi che avrebbero potuto fare qualcosa in piu rispetto a quello che si è visto in campo?
“Io credo che la Roma avrebbe sicuramente dovuto fare di piu. Quello che ha fatto è stato relativamente poco, del resto Pirlo aveva avvertito 24 ore prima che tipo di partita avrebbe giocato. La Roma purtroppo è caduta nel tranello, cioè quello di mettersi a fare la partita ed è una cosa che non poteva permettersi contro una squadra obiettivamente piu forte dal punto di vista tecnico. La Juve si è limitata a far giocare la Roma in orizzontale, poi quando ha avuto la possibilità è partita e ha colpito. Il problema è esattamente questo, bisogna riconoscere i propri limiti e capire che contro le squadre piu forti bisogna avere degli atteggiamenti piu pacati. Viene da chiedermi se la squadra avesse coperto le linee di passaggio nella trequarti come ha fatto la Juve, magari la partita sarebbe finita in pareggio. Non avrebbe tirato in porta nessuno ( ride n.d.r). Sostanzialmente la Juve è piu forte e ha i giocatori decisivi quando servono, in particolare il famoso numero 9, che poi diventa 7 e questo cambia tutti gli equilibri”.
Pirlo aveva preparato questo tipo di partita, non pensi possa rivelarsi controproducente in alcune gare non dover imporre il proprio gioco?
“No assolutamente. Bisogna solo capire che a volte si può giocare in un modo e a volte in un altro. Questo dipende dalla capacità dell’allenatore e dall’impronta che riesce a dare alla squadra. Credo che sia una virtù questa, non un limite. Poi quando gli allenatori iniziano a parlarmi di lezioni di gioco, di arroganza, io premo. A me piacciono le squadre che vincono le partite. Quando si vincono significa che si è fatto un buon lavoro, se si perde no, magari qualcuno che mette tweet a sproposito dovrebbe capirlo”.
Passando alla Juve, pensi che abbia ritrovato la giusta mentalità che l’ha sempre contraddistinta?
“Ma certo che si. Sta catalizzando l’attenzione su quello che è l’obiettivo, fino adesso c’è stato in ballo un trofeo e lo ha vinto la Juve. Per farti capire che la questione non è che cambi moltissimo rispetto alle passate stagioni. Come gia detto, c’è stato un trofeo in ballo e a vincerlo non sono stati gli altri ma la Juve. Dopodiché parliamo e facciamo tutti i discorsi che vogliamo”.
Può essere stata un punto di svolta la vittoria in Supercoppa?
“Secondo me il punto di svolta è l’allenamento quotidiano di Pirlo. La capacità di dirigere uno spogliatoio, blindato da Chiellini, Bonucci e Buffon. Nessuno può alzare la voce e dire qualcosa di sbagliato, la scelta della società è stata Andrea Pirlo, è Andrea Pirlo che decide, è Andrea Pirlo che lavora, il resto sono tutte chiacchiere. Alla fine i risultati gli stanno dando ragione perche ha capito che si può giocare a pallone in tanti modi”.
Come si spiega il fatto che la Roma abbia portato a casa solamente 3 punti su 21 a disposizione contro le grandi?
“Secondo me primo perche non ha giocatori determinanti in alcune zone di campo, come il portiere e il centravanti. Poi faccio un ragionamento sulle altre squadre, tipo: l’Inter con Lukaku, la Juve con Ronaldo, il Milan con Ibra, la Lazio con Immobile, l’Atalanta con Muriel e Zapata, al contrario vedo che la Roma ha delle difficoltà in questo. Il nodo cruciale rappresenta il portiere, perche è sempre stato altalenante il ruolo tra Mirante e Pau Lopez. Servono dei giocatori pronti nelle zone determinanti del campo”.
Che impressione ti ha fatto vedere il gol di Ronaldo?
“Lui ha preso il tempo al portiere. Poi io non capisco molto di portieri, ma ho l’impressione che da quella zona il portiere debba fare tre o quattro passi i n avanti per chiudere lo specchio della port. Il tiro non era veloce, è stato abbastanza lento ma molto angolato, Magari non lo ha visto partire ma se resta piu avanti lo vede e riesce a chiudere prima la traiettoria. Non getterei la croce addosso al portiere, non parlerei mai di episodi è proprio il concetto stesso. Pirlo lo aveva detto il giorno prima come avrebbe giocato, purtroppo c’è un modo di pensare sbagliato. Non ho nulla contro Fonseca anzi, lo ritengo un signore, lo ritengo una persona molto educata, molto seria, ma se c’è un allenatore che la Roma in questo momento dovrebbe andare a contrattare, sappiamo tutti come si chiama (Massimiliano Allegri). Quello cambierebbe la storia. Qui è sempre molto difficile preparare le partite e credo che lo spagnolo stia pagando un pò questo, appunto dico che certi tweet di alcuni giocatori li eviterei”.
Cosa ne pensi di Nicolò Barella?
“E’ il centrocampista piu forte che c’è in Italia e non solo. Stiamo parlando di uno vero, uno che ha tutte le fasi, di interdizione, di rifinitura e nella conclusione. Stiamo parlando di un centrocampista vero, una persona seria e credo che Roberto Mancini possa essere molto contento in chiave azzurra. Anche perche da oggi riprendere a correre Niccolò Zaniolo, altro elemento fondamentale per la Nazionale. Credo che dobbiamo essere molto sereni e molto tranquilli per quel che riguarda l’Italia”.
Ringraziamo gentilmente Francesco Repice per la disponibilità.
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