di Flavio Zane
Nella seconda giornata di Champions League, la Juventus supera con una rimonta incredibile in inferiorità numerica il Lipsia in trasferta. La redazione di Juvenews.eu ha contattato il giornalista e conduttore televisivo Maurizio Pistocchi per analizzare i principali temi dell’entusiasmante notte europea bianconera.
Cinque gol, tre pali e tante decisioni arbitrali determinanti: con quali nuove certezze esce la Juventus dal successo con il Lipsia?
“Con una mentalità diversa. La mentalità è la cosa più importante per essere una grande squadra anche a livello internazionale. Negli ultimi anni è stata molto italiana: la difesa della porta e del risultato per il contropiede. Ieri, la Juventus, nonostante fosse in dieci contro undici, e avesse perso due giocatori molto importanti, ha dimostrato che la scelta è giochiamo la partita, senza paura, con la mentalità di andare a prendere gli avversari e provare a vincere. Mi sembra che adesso la Juventus sia avviata su una strada con una mentalità e un gioco diverso. Anche nell’ultima partita di campionato ha fatto gol dopo quindici passaggi consecutivi, gestendo la palla con una partecipazione collettiva. E’ una squadra adesso che gioca in undici, anche con il portiere. Mi sembra che questa sia la nota più importante.
Le grandi squadre sono quelle che trascinano tutto il movimento. Successe così con il Milan di Sacchi, che poi fu imitato dalla Juventus di Lippi, come disse quest’ultimo più volte. Vedendo tutte le partite delle squadre italiane di ieri, bisogna dire che sembra che tiri un vento nuovo per il calcio nostrano, un vento di rinnovamento, di coraggio che lascia da parte i vecchi dilemmi del calcio all’italiana”.
La partita della Juventus può essere svoltante per il proseguo e per le ambizioni della stagione?
“La Juventus ha speso tanto sul mercato. E’ una squadra che ha un abitudine alla vittoria importante, ma il cambio di mentalità è una cosa non sempre facilissima da assorbire. Ci vuole un po’ di tempo. Mi sembra che la Juventus si sia avviata sulla strada giusta. In più diverte, mi da l’impressione di essere finalmente squadra e di non vivere di individualismi, ma di vivere di individualità collegate alla squadra.
Nelle ultime partite, in particolare quelle con il Psv e con il Genoa, sono estremamente importanti. Invece, con il Lipsia il risultato dice molte cose, ma non le dice tutte. Come abbiamo visto, la squadra tedesca ha avuto molte occasioni, anche clamorose. Se poi uno va a vedere le statistiche, si accorgerà che le occasioni da gol create dal Lipsia sono state importanti. Però questo non è l’unico metro di giudizio che dobbiamo avere per valutare questa partita, ma tenere conto che la Juventus è avviata verso una strada del cambiamento. Questo può essere molto veloce oppure un po’ più lento.
Io ricordo perfettamente che quando Sacchi andò ad allenare il Milan venne eliminato dalla Coppa UEFA dall’Espanyol e perse duramente a Lecce. Il giorno dopo, i giornali italiani più importanti chiedevano l’esonero dell’allenatore. Tre giorni dopo il Milan vinse a Verona per 1-0 e da li ha cominciato una cavalcata che è finita in cima al mondo. La stessa Juventus di Lippi è nata tra le difficoltà. Io ricordo una partita con il Foggia che la Juve stava perdendo e che riuscì a ribaltare nel secondo tempo in maniera sorprendente per quello che si era visto nel primo. Le squadre quando sono in una fase di cambiamento hanno bisogno di un punto di svolta e io credo che queste per la Juve lo siano state”.
Si aspettava un impatto così immediato e importante di Thiago Motta alla Juventus?
“Quando un allenatore è bravo, i due mesi e mezzo che ha avuto a disposizione sono sufficienti per far vedere un idea di calcio. L’idea si vede, anche se ci sono ancora delle cose da mettere a posto. Ieri la squadra è rimasta in dieci, però nonostante l’inferiorità numerica andava a pressare alto. Ovviamente trovandosi in una situazione di quel tipo e decidendo di gestirla in quella maniera, corri anche dei rischi. Qualcosa c’è da mettere a posto.
Faccio sempre dei paragoni con il Milan perché è stata la squadra più importante dal punto di vista della rivoluzione calcistica del calcio italiano e io ricordo di aver visto degli allenamenti di quattro difensori contro dieci avversari e quest’ultimi non riuscivano a fare gol. Questo significa che con il lavoro, con l’allenamento e con l’abitudine a un certo tipo di movimenti si può migliorare in alcune cose un po’ più critiche.
Thiago Motta è molto bravo. Lo avevo seguito sia allo Spezia che al Bologna e ho visto che presentava già delle caratteristiche di allenatore creativo, capace di migliorare i giocatori e i giovani. Alla Juventus, ho l’impressione con lui tutti i giocatori facciano un po’ meglio. Quindi, anche se c’è qualche nostalgico del vecchio regime che continua a criticare, penso che la Juventus sia veramente avviata su una strada importante. Poi si può vincere o perdere a causa di tante cose che influiscono sul risultato finale. Però la cosa importante è avere un idea di calcio, una mentalità. Ed è importante il modo in cui si vince. C’è differenza tra una vittoria come quella contro il Lipsia e una vinta 1-0 con 90′ minuti di barricate”.
Nel primo tempo la Juventus è parsa trovare le stesse difficoltà offensive del campionato: le era piaciuta la prima parte del match dei bianconeri? A cosa attribuisce la maggiore incisività della ripresa?
“Nella Juventus ci sono molti giovani: Savona, Yildiz, Mckennie e tanti altri. I giocatori acquisiscono sicurezze sa sanno esattamente come muoversi in campo. Il gioco accresce la personalità. Questo si vede nella Juventus. Vedo una squadra sicura, senza paura, che sa come muoversi e con dei giocatori che hanno in testa chiaramente che cosa fare. Poi è ovvio che ci sono degli errori e nel primo tempo ce ne sono stati un po’ troppi a livello tecnico nel controllo e nella gestione del pallone. Più la palla viaggia velocemente più è difficile per l’avversario”.
Come giudica le più importanti decisioni del direttore di gara del match tra Lipsia e Juventus?
“L’espulsione di Di Gregorio ci sta. E’ vero che lui nell’ultimo momento ritira un po’ la mano, però nel momento che devii la palla con la mano e la palla era direttamente dell’avversario se non la toccava il portiere. Ho molti dubbi sul rigore: io ricordo che il regolamento consente la difesa delle parti basse o della faccia. Se si osserva il movimento di Douglas Luiz, questi porta il braccio a protezione del viso. E’ vero che il braccio è un po’ largo però è altrettanto vero che questo è consentito dal regolamento, ovvero proteggersi da un tiro molto forte indirizzato in una zona del corpo molto pericolosa.
Inoltre, ci poteva stare il rigore su Vlahovic. E’ un intervento che si può definire onesto del difensore, il quale cerca di intercettare la palla. Però Vlahovic arriva prima e il difensore interviene con il piede a martello e quindi è una giocata pericolosa. In queste occasioni, se non ci fosse il contatto fisico, il gioco dice gioco pericoloso e calcio a due in area. Siccome il contatto c’è, se l’arbitro dava il calcio di rigore non c’era niente di scandaloso”.
Dusan Vlahovic è stato protagonista di due gol da grande attaccante nonostante le poche occasioni: può essere finalmente la prova della sua svolta?
“No, questa è la partita del suo inizio. Ho già scritto in passato sul mio profilo social che la Juventus aveva evidenziato un problema con Vlahovic. Questi veniva da un sistema di gioco e da un modo di interpretare la partita completamente diverso. Quindi ovviamente bisognava lavorare su di lui. Nelle ultime due partite si vede che il ragazzo sta cominciando a capire come muoversi. E’ evidente che c’è un lavoro su di lui che sta eseguendo lo staff tecnico. Il ragazzo ha grandi potenzialità, è un attaccante giovane, con una statura e una tecnica importante. Questi due gol sono il suo inizio con il quale deve dimostrare di meritare la maglia della Juve e i soldi che guadagna”.
Un altro gol eccezionale è quello di Conceicao: si aspettava di questo tipo del giocatore?
“Tutte le grandi squadre europee, Barcellona, Real Madrid, Manchester City, Arsenal… tutte hanno dei giocatori molto tecnici sugli esterni d’attacco. Questa è la strada che deve seguire anche la Juventus. Conceicao è uno dei suoi sicuramente. Anche Weah è un giocatore importante in quella posizione. Mentre Conceicao è più bravo nell’uno contro uno, Weah è un giocatore più lineare che cerca con la velocità di arrivare alla linea di fondo. Sono due giocatori molto utili tutti e due e che possono essere impiegati a seconda delle partite e dell’avversario. Avere questi giocatori bravi sugli esterni oggi è importantissimo se vuoi fare un calcio di un certo tipo”.
Volendo cercare il pelo nell’uovo, la difesa in Champions non è stata imperforabile come in campionato e ora c’è il rischio di perdere Bremer a lungo: può scattare un campanello d’allarme?
“Direi di no. Contro il Lipsia, il primo gol è un capolavoro di Sesko. Ha rubato il tempo a Cambiaso sul taglio e poi ha calciato in una maniera tale che da una posizione molto complicata è riuscito a mettere una palla molto forte sotto la traversa. L’altro gol è arrivato su rigore. Ovviamente la perdita di Bremer è molto importante. Ora bisogna vedere come l’aggiusterà Thiago Motta. Un idea potrebbe essere Cambiaso da difensore centrale. E’ un ragazzo fortissimo che seguo da quando ha esordito ed è un giocatore straordinario, che può ricoprire più ruoli, intelligente e con grande tecnica. Un giocatore molto importante.
Danilo non può rientrare maggiormente nelle idee e nei piani di Thiago Motta?
“Danilo se sta bene ci sta. E’ uno dei giocatori difensori più bravi della Juve. E’ un giocatore completo. Ho qualche dubbio nell’accoppiata con Gatti, ma ci sta sicuramente”.
Kalulu si sta prendendo la difesa della Juventus: con il senno di poi, la cessione è una valutazione discutibile del Milan?
“E’ un errore clamoroso di mercato alla luce di quello che stiamo vedendo. Kalulu quando ha giocato nella Juventus è stato uno dei migliori. Soprattutto da la sensazione di essere molto affidabile. Per un difensore le caratteristiche più importanti sono l’attenzione e l’affidabilità e lui mi sembra migliorato nell’attenzione e sia molto affidabile. Sembra tornato ai livelli dello Scudetto con il Milan ed è un grande colpo firmato Giuntoli“.
La sorprende la scelta di Mckennie e Fagioli a centrocampo? Come valuta le loro prestazioni?
“La prestazione dei due è stata molto buona. Penso ci sia anche una soddisfazione dal punto di vista aziendale nel vedere dei giocatori sottovalutati dalla gestione passata rivelarsi importantissimi. Fagioli è un giocatore molto bravo tecnicamente, ha avuto dei grossi problemi personali che tutti ci auguriamo abbia risolto definitivamente. Mi meravigliai quando due anni fa la Juventus lo mandò in prestito perché non aveva in organico un giocatore bravo come lui. La posizione è quella. Lui è bravo nella costruzione del gioco perché ha piedi buoni e tempi giusti. Può giocare nei due o tre centrocampisti, non come vice Koopmeiners dove può giocare Yildiz. Fagioli ha altre caratteristiche”. In tutto questo però, attenzione alle ultime clamorose indiscrezioni di mercato. Giuntoli fa paura: “Ha scelto questi 4 nomi!” <<<