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ESCLUSIVA- Parla il fratello di Bonucci: “Fino a 6 anni tifava Inter. Leo deve tutto a Conte”. E su Allegri…

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di Fabio Marzano 

E’ gia quasi trascorsa una settimana da quando gli eroi Azzurri hanno espugnato Wembley contro i padroni di casa dell’Inghilterra, regalando cosi delle emozioni indescrivibili in tutta l’Italia che, stentano a cessare ancora oggi. A commentare quello che è stato il trionfo dei ragazzi di Mancini ci ha pensato Riccardo Bonucci, fratello di Leo, rivelatosi uno dei protagonisti assoluti di tutto il torneo. Il primogenito di casa Bonucci ha infatti rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva alla nostra redazione, dove abbiamo parlato anche della Juve e del ritorno di Max Allegri in bianconero.

Da cosa è stato scaturito il tuo sfogo su Instagram?

“L’ho scritto perché aspettavo il momento giusto! Come una rivincita e una liberazione, per tutte le cose che sono state dette in passato. Magari se lo avessi scritto dopo la vittoria del 9º Scudetto sarebbe forse stato troppo facile, adesso invece nessuno può dire nulla: quelli che lo hanno criticato, al suo gol penso siano tutti schizzati per aria. Io ho giocato a calcio fino a 3 anni fa, ovviamente non ai livelli di Leo ma molte categorie le ho fatte e non mi sono mai permesso di giudicare qualsiasi altro difensore al cospetto di un errore, che sia De Vrij, Romagnoli o Ranocchia, solo per fare alcuni esempi. Non mi sfogo sui social per insultare questo o quello o per dirgli che è scarso. Se sei arrivato a quei livelli un motivo c’è, non ti cercano per caso allenatori come Conte, Gattuso, Guardiola che lo vuole tutti gli anni o lo stesso Mourinho, il quale ha dichiarato che due come Bonucci e Chiellini dovrebbero insegnare nelle università. Non sono allenatori da poco”.

Cosa si prova ad essere fratello di un Campione d’Europa?

“Sicuramente sono troppo orgoglioso e felice. Soddisfatto soprattutto per aver messo ancora una volta a tacere tutti i critici e chi ha sempre storto il naso”.

Quali sono state le prime sensazioni di Leo dopo la vittoria?

“Io ero a Wembley ed è venuto li sotto dove eravamo noi. A fine partita si è presentato con il trofeo di migliore in campo e non si rendeva conto. Diceva: “Ma è vero? E’ tutto vero? Sto sognando?”, era molto sorpreso anche lui perche doveva realizzarlo ancora. Inizialmente non la stavamo vivendo bene dalla tribuna perche ci hanno fatto entrare pochi minuti prima che iniziasse l’inno, nonostante fossimo li dalle 18,30. Avevano bloccato i tornelli del nostro gate con migliaia di tifosi inglesi assiepati, con tutte le varianti che circolano. Ci hanno fatto un cordone con le transenne e ci hanno lasciati li fino alle 19,40, dopodiché è venuto l’addetto alla sicurezza di un altro settore e ci ha portato li , ma gli inglesi vedendoci ci hanno inseguito perche pensavano che si potesse entrare in un altro ingresso e li c’è stata la calca dove sono volate anche delle botte, siamo riusciti ad entrare con molte difficoltà. Ma non era ancora finita perche una volta entrati abbiamo visto che i nostri posti erano occupati e quindi abbiamo perso altro tempo prima di poterci sedere. Devo dire che in alcuni momenti è subentrata anche un pò di paura”.

Leo ha sempre tifato Juve sin da piccolo?

“Noi in realtà siamo una famiglia di interisti. Leo in prima elementare è stato coinvolto da una schiera di compagni juventini ed è diventato della Juve. Fino a 6 anni tifava Inter poi si è convertito. Ad oggi gli manca solo la Champions e credo che vincerla con la Juve sia qualcosa di glorioso, ma vincere un titolo Europeo con la propria Nazionale non è paragonabile con nient’altro”.

L’amore per il calcio glielo hai trasmesso tu a Leo?

“Si, assolutamente. Noi abitavamo in una zona centrale di Viterbo e nelle partitelle sulla strada serviva sempre qualcuno che mi sfidasse e non essendo troppo piu piccolo di me lo chiamavo spesso per le partitelle. Anche con i miei amici, quando giocavamo all’oratorio eravamo sempre dispari e lui ci faceva comodo. Lui nasce attaccante poi negli anni dei settori giovanili lo hanno abbassato, prima a centrocampo e poi in difesa, centrale. La struttura fisica non era da attaccante o da centrocampista, in difesa ha trovato la sua dimensione e lì gli allenatori delle giovanili lo hanno spostato, evidentemente con successo”.

Ci racconti un aneddoto di quando eravate piccoli?

“Riguardo alle partite dell’oratorio, mi è rimasta impressa una scena che non scorderò mai. Eravamo pari quindi lui non poteva giocare e si mise nella tribunetta a guardare, sempre arrabbiato come lo è ora (ride n.d.r.). Accadde che con un tiro il pallone uscì fuori dal campo e lui diventò una polvere, è scattato dalla tribuna per recuperare il pallone e si è nascosto dietro le macchine per non darcelo. Siamo stati un quarto d’ora a cercarlo, questa mi è rimasta impressa perche ci ha fatto troppo ridere”.

Con Chiellini ormai è un rapporto fraterno?

Loro sono fratelli. Ora sono in Sardegna insieme e sono uniti anche fuori dal campo. Fanno sempre uscite e gite insieme con le loro famiglie, un legame ormai indissolubile. Sono entrati nella storia del calcio dalla porta principale, questo Europeo li ha consacrati, formano una coppia che ormai è diventata una filastrocca, un mantra: Bonucci-Chiellini, pensa che soddisfazione”.

Con la crescita di De Ligt viene difficile lasciarne fuori uno tra l’olandese, Bonucci e Chiellini. Come pensi che affronterà questa situazione Allegri?

“Vero, ma avercene di problemi simili. Giorgio è il più avanti con l’età, resta arcigno, tutti si faranno le loro 20/25 partite a testa, si gestiranno in maniera tale da arrivare freschi e riposati in Qatar. De Ligt è giovane e deve crescere, Leo è una certezza, in termini di solidità mentale e presenze. Lui altri 3 o 4 anni alla Juve se li farà di certo”.

In alto una foto dei fratelli Bonucci da piccoli. In basso a sinistra Riccardo e a destra Leo.

Con Ronaldo che rapporti ha?

“Ottimi. Anche lui può sembrare un pò burbero e altezzoso, invece no. E’ uno disponibilissimo, generosissimo, alla mano veramente. Pure Leo da un pò quell’immagine da scontroso ma è una questione di carattere”.

E’ contento del ritorno di Allegri?

Sono tutti contenti del ritorno di Allegri, Leo in primis. Stiamo parlando di un allenatore vincente e sono tutti convinti di riaprire un ciclo vincente, magari condito dalla ciliegina sulla torta… Leo, aldilà di quello che c’è stato è contentissimo e felice del suo ritorno. Con Pirlo resta un rapporto di amicizia, avevano legato tanto da giocatori. La cosa che mi piace di più di Allegri è che ti dà quel qualcosa in più ancora prima di iniziare, è bravissimo a gestire il gruppo”.

Cosa ci puoi dire sulla sua esperienza al Milan?

“Non era molto felice in quel periodo perché stava attraversando un momento delicato per i postumi della malattia del figlio ed era fortemente condizionato dalla distanza dalla famiglia. La sua volontà però è sempre stata quella di ritornare alla Juve. Purtroppo non si è trovato nell’ambiente, i giocatori non vivono di solo calcio”.

In molti ancora oggi si chiedono cosa sia accaduto a Cardiff durante l’intervallo, puoi schiarirci le idee?

In quello spogliatoio non è successo assolutamente nulla. Quella partita lì la metto alla pari della finale con la Spagna ad Euro 2012. Loro sono arrivati a Cardiff talmente stremati, carichi si, ma allo stesso tempo esausti. Da quello che mi ha detto lui, loro sono entrati in campo proprio affaticati e scarichi, non con quella forza necessaria per affrontare il secondo tempo. Tu hai dato tanto nel primo tempo per recuperare la situazione e loro hanno corso molto a vuoto ma nella seconda frazione di gara la situazione si è capovolta e la Juve era sulle gambe. Non so se poi sia subentrata anche la troppa voglia di vincere o la tensione accumulata nei giorni che poi li ha scaricati. Credo che un pò abbia influito anche il fatto delle 7 finali perse dalla Juve e questo può aver generato ulteriori pressioni. Guarda anche Leo e Chiellini per esempio, hanno perso due finali di Champions, hanno perso una finale dell’Europeo, ti trovi dopo due minuti sotto di un gol a Wembley, credo che chiunque inizierebbe a vedere i fantasmi. Fortunatamente stavolta è andata diversamente”.

Sai qualcosa sulla trattativa Locatelli-Juve?

“Non so assolutamente nulla. Posso dire che se la Juve lo prende fa veramente un grande acquisto perchè maturato in maniera esponenziale, sia sotto la guida di De Zerbi che di Mancini. Ho avuto modo di seguirlo quell’anno al Milan e si vedevano già allora le qualità. Ora ha acquisito anche una grande dote: la personalità. Ha anche un grande senso di inserimento e lo si è visto nel primo dei due gol fatti alla Svizzera. Ha trovato l’ambiente giusto al Sassuolo e si è fatto le ossa”.

Da tifoso interista cosa ti aspetti da Simone Inzaghi?

“Sicuramente non la stessa squadra di Conte. Secondo me molto meno cattiva ma con più qualità di gioco. Mi è dispiaciuto per Conte perche sono un grande estimatore e anche per Leo credo che sia il suo mentore, quello a cui deve di piu, però lo capisco e non giudico le sue scelte. E’ un professionista e deve fare questo tipo di scelte, perche sono legate solamente ad un progetto non ad una questione economica”. Nel frattempo, parlando di Juventus, in queste ultimissime ore è arrivata una pesantissima novità di mercato: allarme rosso, adesso Allegri trema! <<<

 

Ringraziamo gentilmente Riccardo Bonucci per la sua disponibilità.

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