ESCLUSIVA - Marocchino: "La Juve necessita di almeno 3 innesti"

ESCLUSIVA – Marocchino: “La Juve necessita di almeno 3 innesti”

Giuntoli, Thiago Motta e Scanavino, Juventus
Marocchino, storico centrocampista offensivo della Juventus, ha analizzato il mercato bianconero a poco meno di un mese dalla sua conclusione

Contattato in esclusiva per la redazione Juvenews.eu, Domenico Marocchino ha analizzato il calciomercato svolto sin qui dalla Juventus a poco meno da un mese dalla sua chiusura. Di seguito l’intervista completa dello storico calciatore della Juve degli anni ’70-80, con il quale ha vinto due Scudetti e una Coppa Italia.

Cominciando dai pali della porta della Juventus, il club ha investito su Di Gregorio, mentre Szczesny è dato in uscita e si cerca una sistemazione per lui. Sarà l’ex Monza il portiere titolare designato? Cosa guadagna e cosa perde la Juve nel reparto?

“Bisogna fare un discorso più ampio. Mi pare che l’obiettivo dell’allenatore e della società sia quello di regolarsi e cambiare abbastanza. Szczesny è stato tanti anni e l’ho stimato molto come professionista e come portiere. Il portiere ex Monza è più giovane e il cambio da un segnale. Valutare se la Juve perde o guadagna qualcosa lo si può sapere solo durante il campionato. Ora si possono fare solo delle stime e delle valutazioni. A livello di età ci ha guadagnato, ma ci vorrà anche un po’ di adattamento. Era successo con Tacconi quando è subentrato Zoff: anche i grandi portieri hanno bisogno di riscaldamento. E’ evidente che oltre al ringiovanimento e al cambio di caratteristiche della squadra ha pesato anche il discorso dell’ingaggio. Come si dice, tutto fa brodo, anche se si dice pure che gallina vecchia fa buon brodo (ride ndr)”.

In difesa è fresco il rinnovo di Bremer che si conferma insieme al resto della retroguardia titolare dello scorso anno, a cui aggiungono Cabal e Todibo, con quest’ultimo dato per vicinissimo. E’ stato scelto il “sacrificio” di un prospetto come Huijsen, senza dimenticare che dovrebbe uscire Rugani dopo Alex Sandro. In particolare in riferimento all’uscita del giovane difensore, la Juve non ha creduto fino in fondo nel ragazzo? Cosa pensa degli nuovi innesti?

“Con tutto rispetto di Huijsen, non mi sembra in prospettiva sia stato perso Beckenbauer o Cannavaro. Sicuramente è un giocatore valido perché è andato alla Roma e ha giocato nonostante fosse in prestito e non della Roma stessa. Il fatto è che per incamerare soldi bisogna vendere giocatori che hanno mercato. Lui è giovane e le richieste le aveva. Piuttosto che attendere e rischiare un pochettino hanno pensato bene di monetizzare.

Sui nuovi arrivi, è gente che ha giocato a un discreto livello. Il reparto difensivo dipenderà moltissimo dalla capacità della squadra di fare una buona fase difensiva. La Juve non ha Cannavaro, Thuram, Baresi, Costacurta e Maldini che da soli potevano reggere un reparto. Ci sono Bremer, Danilo e Gatti, tre marcantoni, anche se il brasiliano comincia ad avere i suoi anni. Vedremo gli altri. Sono sempre un po’ prudente e preferisco valutare nel tempo”.

A centrocampo sono stati fatti investimenti importanti per Douglas Luiz e Thuram, ma è stato perso Rabiot, mentre Mckennie è stato messo fuori dal progetto. Può bastare per il salto di qualità o l’arrivo di un altro grande colpo come il sogno Koopmeiners sarebbe fondamentale, ora forse più difficile dopo l’infortunio di Scamacca all’Atalanta?

“Sia il reparto della difesa che quello del centrocampo dipende dal respiro che gli da il reparto degli attaccanti. Se davanti non trovi mai un appoggio per i centrocampisti diventa difficile. Questi giocatori sono validi ma c’è da capire davanti cosa arriverà per permettere alla Juventus di giocare a pallone. Mi dispiace per Rabiot e Mckennie, ma c’è sempre Fagioli come alternativa, così come Locatelli e mi sembra un centrocampo buono. Il discorso è quello che vale per la difesa, ovvero che cambiando tre elementi per reparto, dei quali due titolari e cambiando anche modulo bisognerà attenderla questa Juventus. I tifosi dovranno avere pazienza, ma non so quanta ne possano avere.

Per quanto riguarda Koopmeiners, Scamacca è un attaccante e lui un centrocampista. Sono ruoli diversi e bisogna capire quali saranno le valutazioni di Gasperini. Sicuramente l’infortunio di Scamacca ha in un certo modo creato un piccolo intoppo anche per la Juventus, ma sinceramente i due ruoli che mi preoccupano di più sono i due esterni. Le ali visivamente parlando”.

Una non sarà Chiesa che Thiago Motta ha spiegato perentoriamente che  è fuori dal progetto: come si può spiegare una scelta così netta? Avrebbe puntato ancora su di lui?

“Chiesa è un giocatore atipico, naif e particolare. E’ sicuramente un grande giocatore, ma è anche un giocatore a macchia di leopardo. A volte c’è e altre non c’è. Probabilmente Thiago Motta vuole un giocatore con altre caratteristiche. Io non avrei detto che sarebbe stato messo fuori dal progetto. Ora lo devi vendere per forza e adesso gli acquirenti lo sanno. Dispiace perché Chiesa fa parte di quei giocatori che con Allegri non hanno fatto male, con quest’ultimo che ha fatto il massimo di quello che poteva fare”.

Chiesa fa parte di quei ragazzi che nonostante i problemi societari che ci sono stati, con una frattura tra la dirigenza e l’allenatore hanno vinto una Coppa Italia. Mckennie per abbastanza momenti è stato trainante. Ora vediamo Thiago Motta che è uno scacchista e può anche darsi che qualche giocatore se non lo vendi rientri automaticamente. Però queste scelte rendono chiare le idee dell’allenatore per la sua impostazione di gioco. Questi giocatori per Thiago Motta non sono adatti”.

La Juve ha ceduto Kean e soprattutto Soulè. Condivide il “sacrificio” dell’argentino o avrebbe fatto altre scelte?

Soulè ha sicuramente delle capacità, così come anche Kean ha delle qualità. Delle volte sei costretto a fare certe scelte. Decisioni dovute anche al mercato. Ovviamente non sono stati considerati giocatori indispensabili, ma ora il discorso è che vanno sostituiti. Fino ad adesso è stato fatto poco: c’è chi arriva da un infortunio e si sta riprendendo (Milik ndr), uno è stato ceduto (Kean ndr) e Chiesa è sul mercato. Qualcuno davanti dovrebbe arrivare. Almeno due. Mi sembra a occhio e croce che quattro giocatori servano. Per esempio non mi dispiacerebbe Raspadori. Così come Frattesi, però non sono esterni. Se il modulo che Thiago Motta vuole adottare è il 4-2-3-1, serve qualcuno”.

Per l’attacco anche Milik è stato escluso e quindi oltre a un esterno d’attacco la Juve si muoverà per un vice Vlahovic, che però ad oggi non sarebbe stato individuato. Per gli esterni, i profili più frequenti sembrerebbero quelli di Adeyemi, che sembra essersi tolto dal mercato, di Galeno e, ultimo in ordine di tempo, di Nico Gonzalez. Sono elementi che la convincono? Quale di loro porterebbe in bianconero?

Kvaratskhelia lo vendono? (Ride ndr). Ma anche Politano. Il Napoli ha 3-4 esterni perché quello è un ruolo faticoso. Ora come ora c’è solo Weah. Ai miei tempi che le rose erano di sedici elementi, un anno eravamo in tre: Franco Causio, Piero Fanna ed io, oltre a giocatori che avevano le caratteristiche di fare altri ruoli. Adesso ci sono giocatori, specialmente nel reparto d’attacco, più fossilizzati a fare solo quel ruolo. Il tornante non può fare la seconda punta. Forse solo Chiesa, che poteva giocare a destra, a sinistra e dietro la punta”.

La Juve ha affidato a Thiago Motta l’eredità pesante di Allegri? E’ il tecnico giusto per le rinnovate ambizioni de La Vecchia Signora?

Thiago Motta ha sempre fatto bene anche se non ha allenato delle squadre con un certo tipo di ambizioni. Alla Juventus non puoi permetterti di prendere tempo ed è raro che succeda. Nell’aria c’è l’idea che Allegri ha fatto poco, ma ripeto non è così. Non ha fatto poco con la rosa che ha avuto a disposizione e con i problemi della società. Però la maggior parte dell’opinione pubblica è convinta che non sia così e che avesse una rosa forte, passa l’idea che si possa aspettare, che Thiago Motta abbia più tempo e via dicendo”.

Allegri ha pagato il valore della rosa a livello d’ingaggi?

“E’ una questione relativa. Nell’ambito della moda, paghi tanto un prodotto e magari metti quel camiciotto e ti fa grattare. Io parlo sempre per mie valutazioni personali e Allegri non aveva un granché di rosa indipendentemente dal valore per il quale i giocatori sono stati acquistati. Si può dire che non ha divertito quelli che volevano vedere un bel gioco, però creare un bel gioco con una rosa che secondo me era sopravvalutata non era semplice.

Questa è una premessa per dire che Thiago Motta ha, tra virgolette, il permesso di avere tempo, ma bisogna vedere fino a quando. Però mi sembra uno scacchista perché lo era anche in campo. Mi sembra uno che ha una bella visione su come vuole che la squadra giochi e si adatti. Questa è l’idea che mi ha dato guardando recentemente giocare il Bologna e lo Spezia. Sicuramente la Juventus ha una rosa per restare nei primi sei posti”.

Ad oggi la Juve è più forte di quella della scorsa stagione?

“Con gli acquisti che mancano, in questo momento non è una rosa competitiva. Così adesso, premesso che mancano tre giocatori. Certo che se mi metti Koopmeiners, un esterno forte e una punta di riserva cambia la valutazione. Almeno questi. Bisogna vedere se ne hanno un esterno nel settore giovanile a cui credono. Io dicevo Kvaratskhelia, ma anche Politano andrebbe bene alla Juventus, tanto per fare un altro nome”.

Rispetto agli altri giocatori della linea verde, la Juventus sembra puntare moltissimo su Yildiz:

Yildiz l’anno scorso ha fatto quattro gol in tutta la stagione, due in campionato e due in coppa. E’ come l’olio in un piatto, di cui non sai se viene dalle Marche, dalla Liguria o dalla Toscana e non sai ancora bene che gusto abbia. E’ bello lì sul piatto bianco, sembra appetitoso e ti viene voglia di mettere il pane dentro, con o senza sale. Mi ricorda Il Nanu Galderisi che più o meno con il Milan ha fatto tre gol. Yildiz si intravede che ha delle qualità, però leggevo che vuole la maglia numero dieci… non è essere prudenti, ma molto dipenderà da Thiago Motta che dovrà impiegarlo dove qualitativamente potrà fare meglio, in una posizione che gradisce e si trova meglio e che lo faccia crescere in certe caratteristiche.

La seconda punta nella Juventus deve fare minimo 4-5 gol in campionato, non uno con il Frosinone e l’altro in Coppa Italia. Conteggiamo gli assist, però una volta Causio e Fanna ne facevano quaranta a campionato. Non è che se dai due palle e fai due assist questo fa si che tu sia un giocatore fenomenale. Le caratteristiche ci sono, ma mi pare che Del Piero abbia fatto meglio. Così come Dybala, che gioca nello stesso ruolo. Considerando che quest’ultimo aveva già fatto esperienza al Palermo.

Yildiz ha delle qualità e le noto anche io, ma dipende dal nido che gli preparerà l’allenatore. Deve trovarsi a suo agio. Su di lui la Juve ho capito punti molto, ma io parto da un altro presupposto, quello della velocità, che è una qualità fondamentale. In quella posizione servono giocatori estremamente veloci. Vlahovic non è estremamente veloce: è abbastanza rapido, ma non è un giocatore che ti salta l’uomo. Yildiz non pare esserlo e l’unico che l’aveva era Iling-Junior. Chiesa è veloce ma è sul mercato. La Juve ha bisogno di certe caratteristiche e vedremo come il tecnico riuscirà a gestire ciò che ha a disposizione. Perché l’olio dipende anche dal pane e il pane è l’allenatore”.

 

Flavio Zane