La storia di Cristiano Giuntoli comincia molto lontano nel tempo. La svolta ebbe luogo quando, nell’ormai lontano 2007, conobbe Giandomenico Costi, all’epoca direttore sportivo del Carpi.
“Pensai, conoscendolo mano a mano, che fosse più bravo di me e che giusto dovesse fare lui il direttore al mio posto – dichiara Costi medesimo in esclusiva alla nostra redazione -; negli anni abbiamo mantenuto i contatti. Ci lega un grande rapporto che va oltre il calcio”.
Torniamo indietro nel tempo. A quando risale il tuo primo incontro con Giuntoli?
“Ci conoscemmo per caso negli Stati Uniti tra il 2007 e il 2008. Ci fu subito sintonia. Io ero direttore del Carpi, lui venne con noi…”.
E poi?
“E poi ho capito, in breve tempo, che era più bravo di me e gli proposti di fare il direttore sportivo del Carpi”.
Da lì cominciò la scalata verso la Serie A…
“Partimmo dai dilettanti e, con Cristiano, risalimmo categoria dopo categoria. Poi arrivammo in Serie A e lui fu chiamato dal Napoli”.
Dove tu lo raggiungesti in seguito…
“Sì, mi chiamo nell’anno di Ancelotti e lavorammo di nuovo insieme”.
I contatti fra voi sono frequenti…
“Eccome. Abbiamo condiviso un sacco di cose. C’è una profonda conoscenza tra noi, anche a livello di famiglia. Io penso che, con il suo arrivo, la Juve esce rinforzata”.
Si era parlato di una possibile incompatibilità con Allegri…
“Guardate, io posso soltanto dirvi che conosco Cristiano da anni e l’ho sempre visto lavorare per il bene del suo club e dell’allenatore. Negli anni ha dimostrato versatilità, sapendo lavorare in sintonia con grandissimi tecnici come Ancelotti, Sarri e Spalletti. Non si è mai messo a remare contro l’allenatore, anzi: lo ha sempre difeso. Non è quel genere di personalità”.
La sua caratteristica principale?
“Sa fare veramente tutto, sa adattarsi alle situazioni, cura i dettagli. Spesso l’allenatore è un uomo solo contro tutti. Se c’è lui alle spalle, la musica cambia”.
Ti aspetti possiate ricongiungervi professionalmente?
“Intanto gli ho fatto i complimenti per lo scudetto vinto: ha fatto qualcosa di straordinario. Sul resto che dire: a volte i gruppi rock si lasciano e, dopo anni, tornano a suonare insieme. Vedremo”.