di Cristiano Passa
TORINO – La Juventus ha perso sabato la sfida contro il Napoli al Maradona, tornando al quarto posto in classifica con otto punti di distanza dall’Inter capolista. I bianconeri hanno una gara in meno, quella di andata contro il Napoli rinviata dopo la decisione del Collegio di Garanzia del CONI, che ancora non ha una data fissata per il recupero, ma che potrebbe consentire ai bianconeri di diminuire il loro distacco dalla vetta. Della partita contro i partenopei e della situazione dei bianconeri, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni il radiocronista Rai Francesco Repice, che sabato ha commentato la sfida contro gli uomini di Gattuso.
La Juventus ha perso sabato contro il Napoli. Che partita è stata?
“La Juventus contro la Roma ha permesso ai giallorossi di fare la partita, anche se poi gli uomini di Fonseca non sono mai stati pericolosi. A Napoli la scelta è stata differente, la Juventus ha fatto la partita ma ha perso. Adesso qui si aprirebbe una discussione infinita sulle squadre che propongono gioco e su come lo propongono, ma quello che conta alla fine sono i punti e trovare la migliore maniera per portarli a casa. Il Napoli ha fatto gruppo introno a Gattuso, ha fatto una partita di cuore e sostanza vincendola aldilà delle occasioni. Alla fine conta questo.”
Cosa è mancato alla Juventus per vincere?
“Sotto porta Ronaldo, Morata e Chiesa avrebbero potuto fare meglio e trovare i pali difesi da Meret con maggior precisione. Meret ha un grande avvenire, Gattuso lo ha preferito ad Ospina, che dal punto di vista dell’esperienza ne ha di più. La scelta lo ha ripagato, Meret tra i pali è difficilmente superabile e la Juve ha pagato questo scotto anche grazie all’imprecisione dei suoi giocatori, non portando a casa quanto avrebbe meritato.”
Contando l’assenza di altri impegni oltre al campionato per l’Inter, e alla luce della nuova classifica, quali sono le possibilità della Juventus per lo Scudetto?
“Penso che la Juventus sia abituata a giocare per 3 competizioni ogni anno. Ha già vinto la Supercoppa, e non credo che la profondità della rosa bianconera non autorizzi a credere che può arrivare in fondo a tutte le competizioni. Se si è una grande squadra si gioca per vincere tutto e tutte le competizioni. La prerogativa delle grandi squadre, come la Juve, è vincere tutte le competizioni.”
Cosa ne pensa di quanto successo tra Andrea Agnelli e Antonio Conte?
“Agnelli e Conte hanno un rapporto contrastante, ma sono problemi loro e per me non dovrebbe interessare gli addetti ai lavori. Eviterei rappresentazioni plastiche di quello che accade in uno stadio, anche perché ora si ascolta tutto e si sente tutto. Io lascerei stare queste cose al campo e ai diretti interessati”.
Mercoledì torna la Champions League con la Juventus che giocherà contro il Porto. Che partita si aspetta?
“Mi aspetto che la Juventus vinca la partita, senza se e senza ma. In tutti questi anni, soprattutto per merito della Juventus, ho capito che la cosa importante è vincere le partite e tutte le chiacchiere che ci sono intorno sono inutili. Il Porto palleggia e si difende bene, ma come tutte le squadre portoghesi non tira in porta. C’è questo problema, hanno alcuni problemi di formazione, mi aspetto la Juve vada lì per fare la partita e per vincerla perché e più forte e lo deve dimostrare sul campo.”
Quanto questa Juve può definirsi quella di Pirlo? C’è ancora del lavoro da fare?
“Ho visto uscire Pirlo dal campo sabato senza espressione, ma so che gli rodeva. A Pirlo è mancato il precampionato: quelle estive sono partite che tutti non considerano, ma li gli allenatori in quelle amichevoli fanno verifiche e si fanno idee su cui costruiscono tutta la stagione. Se sono positive ok, altrimenti si cambia, non solo la parte tattica, ma anche la conduzione atletica e tecnica del gruppo. Quelle amichevoli fanno verificare tanti aspetti della squadra. McKennie per esempio, sta lavorando con Pirlo in tante posizioni perché Andrea non lo ha testato in tutti i ruoli dove potrebbe giocare. Pirlo lo sta studiano da incursore ma sta facendo verifiche che non ha potuto fare questa sestate. Il fatto di aver vinto la Supercoppa, di aver raggiunto la finale di Coppa Italia e di essere in corsa per la Champions League e anche per il campionato, vuol dire tante cose per un allenatore esordiente sulla panchina più importante d’Italia e una delle principali d’Europa”.
Si ringrazia Francesco Repice per la disponibilità e cortesia.
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