In merito al rendimento esponenziale di Andrea Cambiaso, divenuto ormai punto fermo della Juventus di Massimiliano Allegri, abbiamo raggiunto telefonicamente in esclusiva Gabriele Gervasi, tecnico dell’attuale talento bianconero ai tempi delle giovanili del Genoa. Ora Gervasi è Head Coach academy della Dinamo Tbilisi (massima serie in Georgia).
I tuoi ricordi del giovanissimo Cambiaso?
“Io lo ebbi insieme a Stefano Bettella ai tempi degli Under 14. Allenai un giovanissimo Andrea. Lo utilizzavamo più in chiave offensiva, non giocava arretrato con noi. Fungeva da trequartista e esterno offensivo al contempo”.
Lo avreste immaginato di lì a poche stagioni in Serie A, con la maglia della Juventus?
“Difficile dirlo ora, perché – a livello di sviluppo fisico – tardò rispetto a altri suoi coetanei. Però a me di lui sorprese una cosa che, secondo me, lo ha agevolato in tutta la sua carriera…”.
Ovvero?
“Ho sentito la sua conferenza stampa di presentazione con la Juve e devo dire che non è cambiato di una virgola su questo punto. La tenacia, la fame, l’ambizione, la voglia di non mollare mai. Per giocare, con Bettella – alla fine di alcuni allenamenti – conferivamo il premio come Mvp per tutte queste caratteristiche. Vinceva praticamente sempre lui. La leva 2000 del Genoa era fortissima: c’erano Flavio Bianchi e un Pietro Pellegri sotto categoria, tanto per citarne due…”.
La sua caratteristica tattica principale?
“Andrea era ed è un ragazzo intelligente, dentro e fuori dal campo. Anche all’epoca: studiava e prendeva sempre ottimi voti a scuola. Ragazzo culturalmente preparatissimo. Questo ha fatto la differenza in lui. Cito, pertanto, l’intelligenza tattica. Se due personalità, non i primi a caso, come Allegri e Giuntoli hanno deciso di puntare su di lui un motivo ci sarà. Mi piace come lo sta utilizzando la Juve: praticamente un falso esterno offensivo. Contro l’Udinese è stato strepitoso: Chiesa si allargava e lui occupava quello spazio. È un ragazzo con un’intelligenza sopra la media, come è sempre stato”.
Vi sentite ancora?
“Qualche volta è capitato negli anni. L’ultima volta ci siamo visti a Savona. Sono orgoglioso che conservi un bel ricordo di me. Anche se, la sua storia, deve fingere di esempio a tutti. È più lui ad aver insegnato qualcosa a me. Ora che sono Responsabile del Settore Giovanile della Dinamo Tbilisi capisco il reale valore di certi sacrifici che riguardano i giovani”.
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