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ESCLUSIVA, Cagni: “Questa Juventus è sia libera che organizzata”

di Flavio Zane

La Juventus archivia il ritorno vincente di Champions League contro il Psv Eindhoven pronta a riprendere la sua marchia in Serie A. Dopo due pareggi consecutivi contro Roma ed Empoli, i bianconeri dovranno vedersela all’Allianz Stadium contro il Napoli dell’ex Antonio Conte. La squadra partenopea precede di un punto i ragazzi di mister Thiago Motta, piazzandosi al 2° posto della classifica, dietro solo alla sorpresa Udinese. In vista del suggestivo match di campionato, in esclusiva per la redazione di Juvenews.eu abbiamo analizzato il momento della Juve con Luigi Cagni, ex calciatore di Serie A, con il record attivo di presenze complessive in Serie B, e allenatore dalle poco meno di settecento presenze alla guida tecnica di squadre professionistiche tra massima categoria e Serie C. Di seguito l’intervista completa sui principali temi del momento a sfondo Juve.

Qual è il suo parere sulla prestazione con il Psv Eindhoven? Cosa lascia la vittoria di Champions League alla Juventus di ritorno in campionato?

“Le squadre sono in costruzione con un sacco di giocatori nuovi. Serve pazienza. L’impressione che mi da la Juventus è quella di una squadra organizzata e che ha qualità”.

Rispetto al recente passato, la Juventus trova maggiore convinzione e fluidità di gioco quando riesce a passare in vantaggio?

“A me non piacciono i paragoni. Io giudico ciò che vedo. Se torniamo alla Juventus dei miei anni chissà cosa possiamo dire. Invece posso dire di aver visto una Juve organizzata. La cosa che mi fa piacere è vedere i giocatori liberi. Questa è la mia impressione. E’ una squadra organizzata e quindi c’è sicuramente questa parte dettata dall’allenatore, però è anche una squadra che non ha tensioni tattiche. Nel senso che i giocatori fanno quello che chiede l’allenatore ma si vede che c’è una percentuale nella quale possono esprimere le loro qualità. Una spensieratezza organizzata”.

Il gol al debutto mette i riflettori sul talento della Juventus: la fiducia dei bianconeri su di lui è ben ripagata o rischia di essere ancora troppo azzardata così come i paragoni su di lui?

“Noi siamo in Italia, oggi questo è un fenomeno e se dopo domani sbaglia un passaggio è uno scarpone. Non giudico queste cose e non mi interessa. E’ un giovane di qualità e personalità. Questo è sicuro. Questo è un principio importante per lui. Poi dipenderà da lui. L’allenatore ha fatto quello che doveva, dandogli fiducia e più di così non può fare. Adesso tocca al giocatore, il quale dovrà imparare un sacco di cose perché è molto giovane e ha un ruolo determinante oggi nel calcio. E’ uno dei pochi uomini che salta l’uomo”.

Rispetto ad altri elementi giovani, la Juventus sin dalla scorsa stagione ha puntato molto su di lui:

“Giustamente lo ha fatto perché, pur non conoscendolo, è probabilmente, ma lo si vede anche dalla faccia, ha le caratteristiche del professionista sotto tutti i profili. Oltre ad avere la personalità che, senza quella, non si va da nessuna parte. Le caratteristiche di questo giocatore sono le qualità tecniche naturali e istintive belle, personalità importante e condizione mentale e fisica giusta. Bisogna solo capire dove può arrivare e questo lo scopriremo nel tempo e dipende non da noi ma solo da lui. Deve comunque pensare che deve imparare una marea di robe. Le potenzialità ci sono certo, ma l’errore è pensare di essere già arrivati. Non credo che lo farà perché la faccia è quella giusta”.

Tra i giocatori che starebbero sorprendendo maggiormente in questo avvio di stagione c’è Manuel Locatelli: cosa ne pensa del suo rendimento? Si aspettava questo salto di qualità?

“Sono in contraddizione con questo pensiero. Non so cosa gli ha chiesto Thiago Motta, però per me il regista è un altra cosa. Ho visto la partita e per me, anche se probabilmente sia l’allenatore a chiedergli questo, credo che il regista deve stare in quella che è l’area in mezzo al campo. Ha un difetto che a me non è mai piaciuto in nessun giocatore che è quello di alzare le mani per comandare i movimenti, invece che comandare con i piedi. Questa è la mia impressione visto da fuori.

Per me questo salto di qualità non c’è stato. Ai tempi del Sassuolo lo avevo pronosticato che sarebbe diventato un grande regista, ma non è stato così. Almeno per ora. Per me il regista non deve spostarsi sulle fasce laterali. Il regista è quello che deve stare in campo senza alzare troppo le braccia, ma devono dare la palla a lui”.

Per un giocatore che sorprende, qualcun altro starebbe trovando delle difficoltà: come si spiegano le difficoltà di inserimento di Douglas Luiz?

“Probabilmente l’allenatore non lo vede ancora pronto per l’intensità e quello che lui vuole nelle partite. Forse non sta benissimo fisicamente. Se la Juve ha speso questa cifra è chiaro che probabilmente ha in mente qualcosa. Per ora non è pronto o la squadra non lo è. Hanno giocato già tanto nonostante la preparazione sia finita ieri con una situazione del mercato aperto. Hanno già giocato campionato più coppa. Rispetto ad altri ha probabilmente un ruolo diverso e l’allenatore forse vuole qualcosa di più. Se fa giocare Mckennie significa che in questo momento vede quest’ultimo meglio”.

Il riferimento offensivo della Juventus, Dusan Vlahovic, sembrerebbe ancora non essere ancora completamente riuscito a far un definitivo salto di qualità: cosa manca al giocatore per trovare continuità di prestazioni alla Juventus?

“La condizione psico-fisica è determinante per uno con quella stazza fisica. Non è facilissimo entrare in forma. Poi è giovane, di un giocatore ancora in costruzione sotto tutti i profili. Secondo me sta facendo bene per quello che è il movimento che deve fare il centravanti. L’ho detto l’anno scorso e lo dirò di nuovo: lui deve solo migliorare nel coprire la palla quando la squadra esce. Non può farsi portare via la palla dallo stopper. Quando la palla esce e viene indirizzata su di lui deve imparare a proteggerla. Non sempre gli riesce bene. Tutto il resto secondo me funziona.

Dalla faccia anche lui è sorridente e cattivo. Lui vorrebbe sempre far gol. Gli attaccanti sono tutti così, però ha cambiato atteggiamento. Sul gol di Yildiz, a parte che ha fatto un gol meraviglioso, è andato ad abbracciarlo. Si vede che è contento, così come quando ha fatto gol Mckennie. E’ contento perché sa che partecipa. Lui è importante e determinante”.

Quella in campionato contro il Napoli può essere definita la sfida tra le antagoniste dell’Inter per lo Scudetto? Che tipo di partita si aspetta?

“Io dico che l’Inter non vincerà il campionato con gli stessi punti di distacco che ha ottenuto la scorsa stagione. Intendo non quei 11-12 punti nel finale di campionato. Non sarà così. Sono curioso perché ci sono Juve e Napoli che daranno fastidio. Poi c’è l’Atalanta che può essere una sorpresa quest’anno e magari di più nei prossimi. Il Milan sarà tutto da vedere, mentre queste due squadre, Juve e Napoli, hanno dato un segnale. Sono curioso di vedere la partita sabato. Sicuramente la Juve giocherà. Non cambierà mai modo. La Juve è questa qua, una squadra che gioca e corre. Mi piace perché ha ritmi alti sia in fase offensiva che difensiva. Dall’altra parte c’è una squadra adesso molto forte sotto l’aspetto mentale e fisico, però più tattico.

Un pronostico sulla partita?

“Impossibile. L’avrei fatto se fosse stata la decima-undicesima giornata. Oggi bisogna vedere le squadre come stanno. Comunque, il Napoli ha un vantaggio, quello di non aver giocato durante la settimana. E’ un grosso vantaggio. La Juve ha fatto la partita di coppa a ritmi alti e sotto questo profilo il Napoli è avvantaggiato. La Juventus se riesce a giocare oltre 60-65′ minuti a ritmi alti allora ha fatto veramente il salto di qualità”.

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