L’eroe della prima amichevole assoluta della Juventus targata Usa contro il Milan si chiama Carlo Pinsoglio. Il terzo portiere bianconero è molto amato per l’ironia con cui tiene compatto lo spogliatoio, ma anche per la prontezza di riflesso quando viene chiamato in causa.
In merito a ciò, la nostra redazione ha intervistato in esclusiva Luciano Bruni, suo tecnico ai tempi della Primavera della Vecchia Signora (stagione 2009-2010).
Anche ai tempi della tua Primavera della Juventus era così riferimento centrale nello spogliatoio Carlo Pinsoglio?
“Carlo è sempre stato così. Un punto di riferimento indissolubile per i compagni. Una fortuna per qualsiasi allenatore avercelo”.
Un accostamento a qualche ex seconda linea bianconera del passato?
“Secondo me è l’Alessandrelli dei tempi moderni. Una volta c’erano i primi due portieri, poi quello della Primavera. Adesso c’è lui, che è uno dei punti fermi dello spogliatoio della Juventus. Non a caso tutti gli allenatori, non solo Allegri, lo hanno sempre voluto nell’organico”.
È anche performante in termini di reattività…
“Ragazzi, Pinsoglio ha solo 31 anni. Per un portiere è assolutamente normale essere performanti. Non mi stupiscono gli interventi prodigiosi visti con il Milan in amichevole. E poi è un esempio per tutti quanti gli atleti: anche se non gioca con continuità, ci tiene a farsi trovare fisicamente pronto. Questo è un notevole punto a suo favore”.
Veniamo alla Juve di Allegri: secondo te esprime un calcio non esaltante?
“Ma no, basta colpevolizzare Allegri. Senza penalizzazione, ricordo a tutti che la Juve sarebbe arrivata in Champions League in scioltezza. Mi aspetto una grande annata, con i bianconeri in lotta per lo scudetto”.
E il “tuo” Chiesa, oltre a Vlahovic? Che cosa faranno?
“Per me è giusto che la Juve faccia il possibile per tenerli. Sono stati i due grandi assenti della Juve dell’ultima stagione. Con loro in pianta stabile in rosa, sarebbe stato tutto un altro epilogo”.