La Juventus è attesa dalla partita con lo Spezia, valvole per la quarta giornata del campionato italiano di Serie A. La squadra bianconera arriva a Torino dopo una vittoria, una sconfitta e un pareggio, e cercherà di impensierire la squadra di Massimiliano Allegri. Il portiere della squadra bianconera Bartlomiej Dragowski ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ai quali ha presentato la partita.
“La scuola dei portieri polacchi è diversa, c’è personalizzazione del lavoro fin da piccoli. Si mette grande attenzione sia all’aspetto tecnico che a quello fisico. Ho notato che c’è qualche differenza dalla grande scuola italiana. Ad esempio noi nell’uno contro uno facciamo la croce, mentre in Italia si preferisce un altro tipo di intervento. Io sono nasco come un portiere pazzo, però poi si cambia. Pensi a Szczesny: all’Arsenal faceva parte di questa categoria, poi alla Juve si è calmato. Io amo prendermi qualche rischio anticipando l’intervento e poi cerco di coprire la porta con tutto il corpo. Pazienza se l’avversario mi spacca il naso, è più importante non prendere gol”.
“Di Szczesny mi piaceva la pazzia. Adesso adoro la tranquillità in certe situazioni. Guardate la sua espressione: se fa un miracolo o commette un errore, ha sempre la stessa faccia. Dal punto di vista tecnico, poi, è bravissimo: sicuro in porta, esce bene, para i rigori”.
“Stasera sarà una bella partita, è tornato pure Milik, che spero non segni il primo gol proprio contro di me. In Serie A, ma anche in B, ci sono tanti giocatori polacchi, quasi ogni settimana ne incontro uno. E qui a La Spezia c’è Kiwior che è un talento: grandissimo giocatore, molto intelligente, capisce le situazioni, sa gestire la palla e copre bene. Con Vlahovic abbiamo giocato insieme a Firenze, e mi ha sempre colpito la sua mentalità. È esploso in fretta e il suo livello non è mai calato. Gli bastava un po’ di fiducia per diventare grandissimo”.