Il discorso di addio di Agnelli: "Si chiude un capitolo della storia della Juve"

Il discorso di addio di Agnelli: “Si chiude un capitolo della storia della Juve”

Andrea Agnelli
Nel corso dell'assemblea degli azionisti odierna l'ormai ex presidente Andrea Agnelli ha salutato la Juve: ecco le sue parole

Nel corso dell’assemblea degli azionisti odierna verrà presentato il nuovo Cda della Juve. Dopo Nedved, anche Agnelli ha voluto salutare la Vecchia Signora, ma prima un momento per ricordare la scomparsa di Castano e Vialli: “Nel corridoio dei ragazzi ci sono le foto dei capitani della Juventus. Negli ultimi giorni abbiamo perso due capitani Castano e Vialli“.

Non posso e non voglio nascondere l’emozione che mi anima – ha continuato Angelli. Si chiude un capitolo della storia della Juventus. In questo momento facciamo fatica a leggerlo. Per dare un senso alla mia attività, il mio lavoro è sempre stato quello di indicare il contesto e le strategie. Quando parliamo di calcio in realtà parliamo di industria di intrattenimento cioè da 750 miliardi, gaming, sport, teatri. Il calcio è un’industria da 43 miliardi. Quali sono le soluzioni più idonee per la nostra industria? Siamo una media company, i contenuiti sono strategici. Abbiamo carenze di governance“.

“Operazioni ultimi anni: Chelsea ceduto per 3 miliardi, il Milan per 1 miliardo, il 47% Atalanta ceduto. Fa riflettere chi sono gli acquirenti di queste società. Fondi sovrani, consorzi, fondi privati. In serie A abbiamo ricevuto offerte per la cessione di una percentuale della Lega. Siamo partiti dal City che ha 11 club e vediamo Red Bull o Red Birds o 777. E’ un nuovo fenomeno con multi club ownship. L’interesse è più vivo che mai per il calcio. Io non penso che queste persone siano delle ONG. Ci deve essere interesse forte di investitori. Ma non c’è risposta dei nostri regolatori che non colgono differenze tra gioco e industria“.

I club hanno il rischio imprenditoriale. C’è disaffezione nei tifosi. In serie C anche come ha scritto Ghirelli. La mia proposta era la creazione di un sistema di leghe con promozioni e retrocessioni nelle competizioni europee con una simbiosi con i tornei nazionali. Dal 1929 a oggi hanno giocato in serie A solo 68 squadre e alcune per pochissimo. Un sistema aperto a tutti basato su meriti sportivi. Proposte fatte nel 2019. Questa analisi rimane valida ancora oggi”.

Se io avessi voluto mantenere una posizione privilegiata da presidente Eca non avrei preso le decisioni che ho preso. Il calcio europeo ha bisogno di riforme strutturali altrimenti avremo un declino a favore della Premier League che dominerà. I regolatori attuali non hanno intenzione di sentire i problemi dell’industria calcio. Sono in una posizione di monopolio. Auspicio è che la Corte europea riconosca l’abuso di posizione dominante della Uefa“.

“Progetti che stanno dando il loro frutto con inserimento talenti in prima squadra. Possiamo ambire ad avere il 50% della prima squadra dal settore giovanile in 5 anni, mantenendo competitività“.

“La mia volontà è voltare pagina e poter riaggredire con passione dopo qualche giorno di vacanza la mia pagina bianca. Mia decisione personale, farò un passo indietro nelle assemblee in cui partecipo come consigliere. In accordo con mio cugino John. Un passo indietro nelle società quotate Exor e Stellantis”.  Intanto arrivano novità importanti sul mercato, Cherubini fa piazza pulita: rischiano l’addio in 12<<<

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