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La Gazzetta dello Sport ha intervistato Valter Di Salvo, responsabile dell’area performance e ricerca della Figc. Il professore ha spiegato la differenza la differenza tra i match di campionato e quelli internazionali: “Innanzitutto l’obiettivo massimo ma anche quasi impossibile da ottenere per una squadra di calcio è mantenere un’alta prestazione per tutta la stagione. Quindi bisogna cercare di ridurre al massimo i picchi, perché ad un momento ottimale ne seguirà uno di calo pesante. Il secondo presupposto è che tutte le squadre hanno delle oscillazioni legate a fattori esterni rilevanti. Il primo è il tipo di preparazione impostata dai rispettivi staff tecnici, il secondo è il numero di gare da giocare, con un carico legato non soltanto ai 90’ del match, ma anche allo stress. Una gara di Champions comporta un dispendio ben maggiore rispetto ad un match normale. Il tutto senza dimenticare l’effetto dei viaggi. Anche se sei in Europa e hai 2-3 ore di volo, andare a letto alle 4 del mattino ha un dispendio notevole. E poi ci sono le finestre per le nazionali”.
Quando vengono meno gli impegni di coppa, cambia molto: “Quando hai la possibilità di rifiatare a livello psicofisico dopo poco ne trai indubbi benefici. Quando giochi ogni tre giorni è solo gestione del recupero e la partita è il vero allenamento, la vera preparazione. Non puoi aggiungerci un carico. Se invece giochi solo nei weekend, puoi fare anche un lavoro di richiamo con esercizi aerobici e sulla forza che solitamente si fanno a luglio, quando inizia il ritiro. Al calciatore di alto livello bastano due settimane senza viaggi e stress extra per ritrovare le vecchie sensazioni e tornare a tutta“.
A volte una vacanza può essere la soluzione: “Nel 2006 ero al Manchester United e Cristiano Ronaldo stava faticando. Mi chiama Ferguson e mi dice ‘Valter, che dici se mandiamo una settimana Cristiano in vacanza alle Maldive?’. Gli ho detto che, se potevamo permettercelo con i vari impegni, era una buona idea. Cristiano è andato alle Maldive, dove ha comunque svolto degli esercizi perché è maniacale, e alla prima gara dopo il rientro ha segnato una doppietta… Sapesse quanto ha apprezzato la fiducia concessa dallo staff!”.
L’aspetto psicologico è importante: “Testa e gambe sono talmente collegate che è difficile distinguere le situazioni. Anche qui ognuno reagisce a modo suo. Ma sono spesso gare importanti, le big devono vincere sempre. La stanchezza mentale credo sia anche superiore a quella fisica. Senza dimenticare che ci sono ruoli, in primis i centrocampisti esterni, che lavorano molto di altri, per esempio i difensori centrali. Non a caso i portieri o gente come Chiellini e Bonucci sono i più longevi“.
Le 5 sostituzioni hanno cambiato molto il calcio: “Questa novità è l’unica cosa positiva che ci ha portato il Covid. Ne guadagna lo spettacolo in campo e diminuiscono gli infortuni. Perché la differenza tra giocare 70’ e 90’ va ben oltre i 20 minuti in meno, che sono i più faticosi per tanti motivi. Se uno gioca sempre una gara intera, recupera meno bene“.
Sulla possibilità di impostare la preparazione sull’essere al top in primavera: “Si potrebbe, ma il rischio è che poi sei giù a ottobre-novembre e agli ottavi di Champions o a giocarti lo scudetto nemmeno ci arrivi. Questo discorso si può fare se devi preparare un Europeo o un Mondiale. I campionati poi si vincono con le piccole“.
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