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Qualche prestazione deludente – eufemismo, se ci si riferisce all’ultima – non può cancellare un percorso indubbiamente vincente. Nell’ultimo periodo ci siamo abituati a vedere in campo un CR7 imballato, a tratti confuso, decisamente diverso da quello che ha incantato ogni stadio per più di un decennio. Molti si stanno interrogando su quali siano i reali problemi di questa Juventus, arrivando a mettere in discussione addirittura un fuoriclasse incontestabile come Cristiano Ronaldo. Nella valutazione dell’operazione Ronaldo non si può non considerare l’esborso economico, sforzo senza precedenti per la Juventus e per il calcio italiano. Per tutti quei soldi – direbbe qualunque tifoso – il minimo sarebbe portare a Torino una Champions League. Ma l’avventura di Ronaldo alla Juve non è mai stata in discussione come oggi, in seguito all’ennesima delusione europea. Normale, vista la prestazione del portoghese e il grossolano errore sulla punizione di Sergio Oliveira.
Va però detto che allargando l’inquadratura dal solo CR7, si nota che la barriera bianconera non è praticamente mai esistita. Ronaldo non è stato all’altezza della situazione nel doppio confronto con il Porto, anche se per esserlo uno come lui non dovrebbe fare altro che segnare sia all’andata che al ritorno. Esattamente quello che ha fatto contro Ajax e Lione. I numeri del portoghese con la Juventus, pur archiviando come pessime le ultime prestazioni, non sono minimamente contestabili. Pensare che un giocatore che realizza circa 80 gol ogni 100 partite possa essere un problema rasenta la follia. Oggi è molto semplice puntare il dito contro il fuoriclasse, il giocatore su cui c’è sempre più aspettativa. È il destino dei grandi campioni. Ma forse bisognerebbe riflettere più sul “supporting cast” del portoghese: su quali elementi gli sono stati affiancati alla Juventus. Il centrocampo bianconero del dopo Pirlo-Pogba-Vidal-Marchisio non si è mai nemmeno avvicinato a quel livello. La ricerca del bel gioco, che è costata la panchina a uno degli allenatori più vincenti della storia bianconera, non era mai stata oggetto di discussione finché in mezzo al campo c’era quella qualità. Ronaldo, finalizzatore di un livello mai visto, a Madrid era supportato da illustri sconosciuti del calibro di Modric, Kroos, Marcelo, senza bisogno di nominarne altri. Disfatte come Juve-Porto, non arrivano soltanto perché Ronaldo gioca male o perché l’allenatore è “troppo difensivista”.