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Il calciatore del Lione Mattia De Sciglio, ai francesi in prestito dalla Juventus, ha parlato intervistato dai microfoni di Gianlucadimarzio.com, ai quali ha parlato del suo presente, con un occhio al passato e al futuro: “Mi piacerebbe rimanere. Qui mi trovo bene. Però non abbiamo ancora parlato di niente. Mancano ancora due mesi: vedremo cosa vorranno fare Lione e Juventus. Poi magari si possono aprire altre porte, chissà. Restare all’estero, comunque, mi piacerebbe molto. Vedremo. Siamo a tre punti dalla vetta e mancano otto giornate. Sabato c’è PSG-Lille: abbiamo una grande chance di guadagnare altri punti. Crediamo nel titolo, e abbiamo il dovere di farlo”.
“Al di là degli aspetti calcistici, mi chiede sempre come sto, come mi trovo. Garcia mi piace molto, mi ricorda Allegri per il rapporto che ha con i suoi giocatori: dà molta confidenza, scherza molto con tutti. È come un padre, non è come uno di quelli che mantengono le distanze: coinvolge sempre tutti. Qua c’è una mentalità diversa. Si lavora molto, ma con meno intensità: se a loro proponi i metodi che utilizziamo in Italia ti prendono per matto, ma si lavora comunque molto bene. Anche qui si vuole vincere, ma il calcio si vive meglio. In Italia le pressioni sono talmente esasperate che ti fanno passare il piacere di giocare, cosa che invece è fondamentale. A questi livelli il calcio è giusto che sia un vero lavoro, però il divertimento deve rimanere sempre. Altrimenti diventa tutto pesante”.
“Del Milan non mi stupisco. Tutto è cambiato con l’arrivo di Maldini e la nuova gestione. Negli ultimi anni che ho fatto in rossonero, il fatto che ogni anno andasse sempre peggio era anche causato dalla poca chiarezza sulla situazione societaria. Noi giocatori siamo sempre concentrati sul campo, ma è inevitabile che certe situazioni influiscano sul rendimento della squadra. Quest’anno stanno facendo un bel cammino. L’Inter ha fatto investimenti importanti e hanno una squadra forte allenata da Conte. Lui ha una mentalità vincente. Dove va, vince. Ti dà quell’energia in più che in pochi sanno trasmetterti”.
“La Juve? Prima o poi capita l’annata in cui hai più difficoltà. Per Pirlo è stato difficile partire da zero e trovarsi in un contesto come quello della Juve, con tutte le pressioni del caso. Mi ricorda Inzaghi al Milan. Lui aveva già allenato Allievi e Primavera, che a livello di pressioni non sono paragonabili, ma sono comunque esperienze importanti. Pirlo invece è partito da zero e con pressioni ancora maggiori rispetto a quel Milan. Non deve essere per niente facile. In Champions, poi, hanno avuto anche molta sfortuna. Quella coppa è diventata un’ossessione, e non credo che questo faccia bene a livello di ambiente”.
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