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Il difensore brasiliano della Juventus Danilo, ha parlato intervistato dai microfoni di DAZN, ai quali ha parlato della sua carriera e del momento che sta vivendo la Juventus e lui stesso nella squadra bianconera: “Vengo da Bicas, una città in cui c’è una piazza e una chiesa e tutti si conoscono. Quando una persona muore c’è una macchina per strada e dice: ‘Oggi è morto lui, figlio di tizio’. Un posto molto piccolo. Torno sempre. Sono un terzino roccioso, brasiliano, sono toto a abituato a spingere sempre con skills. Ma la vita cambia, devi adattarti ai cambiamenti”.
“Quando ho iniziato a giocare pensavo che avrei trascorso tanto tempo in una sola squadra, invece questo lungo viaggio mi è servito tanto, mi ha migliorato e mi ha fatto arrivare alla Juventus nel momento giusto”.
“Al Carnevale di Rio non sono mai stato perché comunque ho lasciato il Brasile molto presto per andare in Portogallo, a 19 anni. Il carnevale si vive in maniera diversa nelle città piccole: in quei cinque giorni di festa vedi la gente in maniera totalmente diversa rispetto al quotidiano. Si va in strada con canzoni a ballare, travestendosi. In Inghilterra mi piaceva la vita, facevo tutto, spesso a piedi. Ogni tanto la gente diceva: “Sei Danilo!”, e io rispondevo “sì, posso prendere un caffè?”. La gente pensa che i calciatori fanno soltanto una vita particolare, ma a me piace tanto stare coi piedi per terra”.
“I giocatori che hanno la fortuna di lavorare con Guardiola, se sono intelligenti e ne approfittano, è come se facessero un corso d’allenatore. Ogni volta che vado a letto, faccio le mie preghiere, prima delle partite e dopo, al mattino quando mi alzo. È una maniera di ringraziare Dio per quanto vivo. Siamo fortunati ad avere la vita che abbiamo. Ci sono tante diseguaglianze tra ricchi e chi ha meno, sono tante. Abbiamo due associazioni da 4 anni, nella mia città e in quelle attorno. Aiuta i bambini a non stare per strada. Voce Futura è iniziato da un mese, obiettivo dare luce e fare iniziative con persone positive. Faccio interviste”.