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Antonello Cuccureddu, ex calciatore della Juventus dal 1969 al 1981, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, trattando perlopiù argomenti riguardanti il calcio giovanile, dopo la sua foto che ha fatto il giro dei social. Ecco le sue parole sulla sua scuola: “La scuola prima di tutto: se uno va male a scuola sta in panchina. E poi, seconda regola, gioca solo chi si allena. Ai genitori suggerisco, se i ragazzini non studiano, di togliergli per punizione il telefonino o il computer o la bicicletta, ma non lo sport, che è scuola di vita: altrimenti gli viene la depressione. I genitori devo dire che sono tutti molto rispettosi, e poi io i loro figli li faccio ruotare sempre. Ma quando qualcuno esagera faccio una domanda semplice? Ma tu nella vita hai giocato al calcio? No. E allora guarda e ascolta. E nessuno protesta.”
Sull’esordio in Serie A: “La prima partita in maglia bianconera la giocai proprio in Sardegna, contro quel Cagliari di Gigi Riva che a fine stagione avrebbe vinto lo scudetto. Il giorno dopo un giornale titolò “figlio cattivo”, perché avevo segnato il gol del pareggio. Ma io giocavo per vincere, sempre, anche quando dopo dodici anni lasciai la Juve per la Fiorentina e mi ritrovai ad affrontare i miei ex compagni. Mia moglie, Ivana Mazzi, è toscana. L’avevo conosciuta nel ristorante dove andavamo a mangiare, lei era lì con amici. Non capisce nulla di calcio, credo sia venuta a una sola partita in tutta la mia carriera, e forse è stata una delle mie fortune. Ma se l’immagina se tornavo a casa dopo aver perso e mi toccava litigare sulla prestazione?”
Sul nuovo Del Piero, allenato diversi anni fa nella Primavera del club bianconero: “Un altro così non l’ho ancora trovato, si nota già da piccoli quando hanno quel talento in più e bisogna seguirli e accompagnarli.”