Il calciatore della Juventus Juan Cuadrado ha parlato intervistato dai microfoni de La Stampa, ai quali ha analizzato la partita contro il Chelsea, proiettandosi al derby di domani: “Con il Chelsea resta la soddisfazione di aver giocato da squadra, di aver lottato per un risultato che volevamo a tutti i costi: è il nostro dna, che contro le grandi viene fuori, ma dobbiamo tenere i piedi per terra e continuare a lavorare. È stata una vittoria Allegriana, magari non avremo giocato il miglior calcio, ma siamo stati squadra. E conta il risultato. Ai giovani cerco di trasmettere allegria: a volte siamo troppo tesi, per me la vita è felicità, che non vuol dire essere giocherelloni o superficiali, le risate non rubano concentrazione: chi ha il mio carattere può essere frainteso, a me capitò a Udine con Guidolin”.
“Con Sarri all’inizio non ero titolare, ho trovato spazio dopo alcuni infortuni. Non è stato semplice riadattarmi in Colombia, ma era un calcio diverso. Con Pirlo ricordo un colloquio: non mi vedeva convinto del ruolo, ci siamo parlati, li ho spiegato con sincerità dove e come, secondo me, potevo fare la differenza: anche lui mi ha dato fiducia“.
Il calciatore passa poi a parlare del derby, una partita che anni fa, con una partenza simile con Allegri in panchina, diede poi il via alla rimonta bianconera, che infilò un lunghissimo pilottò di vittorie che portarono poi allo Scudetto: “Ho visto il Toro, lo trovo più solido che in passato. Sarà una sfida speciale, per noi e per i tifosi. Una battaglia, ma in questo momento qualsiasi partita sarebbe stata importante. Ricordo contro di loro il gol all’ultimo minuto, una gioia pazzesca. Se ci penso, risento il boato del pubblico. Anche quest’anno siamo indietro, ma ci sono tante partite e ci crediamo: il nostro dna è lottare fino alla fine“.