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Il calciatore della Juventus e della Nazionale colombiana Juan Cuadrado, ha parlato in via telematica al Liceo Scientifico e delle Scienze Applicate S.Anna per un incontro dal nome “La sfida del Covid nello Sport“: “È un momento particolare per tante persone. Noi come calciatori stiamo spesso fuori casa, io ho potuto conoscere meglio la mia famiglia e i miei figli. Anche se è stato difficile per molti, per me è stato bello. Il calcio? Non è lo stesso ma la cosa più importante è la salute. Anche per i più giovani perché sono quelli che escono di più. L’effetto dello stadio vuoto è brutto, i tifosi sono la nostra carica. Ma siamo professionisti e dobbiamo cercare di fare sempre le cose nel migliore dei modi. Credo che piano piano potremo avere qualche tifoso allo stadio. Quando ho scoperto di essere positivo al Covid ero molto tranquillo. Ero asintomatico e potevo fare tantissime cose. È stato difficile perché vedevo i miei compagni giocare e non potevo dargli una mano. In quel periodo mi sono riposato fisicamente e spiritualmente. Ho sempre avuto il modo di allenarmi.”
“Diventare calciatore è sempre stato il mio sogno. Ho lavorato tantissimo e avuto molta disciplina. Ho creduto nella mia passione e nei sogni che Dio aveva riservato per me. Mi sono sforzato e sono molto felice di avercela fatta. Qualche consiglio? Credere nei propri sogni e lottare fino alla fine con disciplina. Idolo? Mi piacevano Ronaldo il Fenomeno e Ronaldinho. Colombia? La situazione ora è più controllata, ci sono tanti casi ma le morti sono diminuite tantissimo e stanno andando avanti con le vaccinazioni. La fede è una speranza, quella è la cosa più importante. È la speranza che ci sia qualcosa dopo la morte. Gesù e morto e resuscitato per darcela, siamo in questo mondo solo di passaggio. Non si tratta di religione, ma di avere una relazione col proprio Padre. Bisogna ricercare la verità, lui è la tua guida”.
Cuadrado parla poi della Juventus: “Il Mister sta facendo un grandissimo lavoro, non è facile arrivare in un top club. Ci sono cambiamenti e giocatori nuovi, dobbiamo avere pazienza. Non è colpa sua, siamo noi che andiamo in campo. Noi abbiamo perso dei punti che non dovevamo e per questo ci troviamo in questa situazione. Dobbiamo crederci fino alla fine e provare a fare più punti possibile. Rinunce che ho fatto? Tante cose. Io a 13 anni sono andato via da casa per raggiungere il mio obiettivo. Ho avuto il sostegno di mia madre ma ho rinunciato a quel tempo con lei. Dal 2009 lei e mia sorella sono con me in Italia. Gol? È un’emozione indescrivibile e non sai cosa fare. Io ballo per manifestare la mia allegria, è bellissimo. CR7? È uno dei migliori al mondo, è un professionista da cui c’è solo da imparare. È un esempio per la voglia che mette in ogni partita e allenamento. Derby? Speriamo di vincere, non dobbiamo avere paura. Ci alleniamo per scendere in campo con voglia e per fare un buon risultato. Champions? È il calcio, la gente pensa sia facile ma non lo è mai. Quando non raggiungi un sogno non è perché sei scarso. Bisogna lavorare finché non ce la fai. Continueremo a farlo e sperare che tocchi a noi. Sono fiducioso che essendo una grandissima squadra potremo riuscirci. Ronaldo alla Juve? Non ci credevo. Sono contento che sia nella mia squadra. Quando gli ho dato il 7? Per me non era importante, per me conta giocare. È più importante dare che ricevere. Lingua? Quando arrivi devi andare a lezione e se non ci vai ti multano. Quando ho imparato il giusto per giocare ho smesso. Ho imparato ancora di più relazionandomi con gli altri. Nazionale? Per me è un orgoglio. Essere chiamato è un privilegio. Non c’è cosa più bella. Obiettivo della Juve? Vincere queste ultime partite e cercare di stare nei primi posti per raggiungere la Champions. La finale di Coppa Italia è importante visto che siamo usciti dalla Champions”.
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