Nel suo editoriale su Sportitalia.com, Michele Criscitiello ha parlato della Juventus Next Gen e del progetto seconde squadre. Ecco un estratto delle sue parole: “Le seconde squadre, in Italia, non servono a nulla. Non servono al sistema. Possono servire al singolo club che trae benefici da qualche plusvalenza ma l’Italia, come sempre, non riesce neanche a fare copia e incolla dall’Estero. Punto 1: se lo fanno in 3 non è un progetto ma un misero tentativo di esplorazione. La Serie C apre le porte ai club di A solo perché pagano 1 milione l’iscrizione e non 140 mila euro come tutti gli altri. Punto 2: se non hai strutture e stadi è inutile che fai il passo più lungo della gamba. Milan, Atalanta e Juventus giocano su campetti malconci di serie D ed Eccellenza. Punto 3: i giovani è più facile bruciarli che valorizzarli. Certo ogni anno su circa 100 giovani qualcosa di buono ti può uscire ma vedete quelli che si perdono. Punto 4: la serie C deve essere il campionato di Provincia dove Atalanta, Milan e Juventus non possono togliere il sogno ad un club come il Nardò che vince due volte di seguito i play off ed è ancora in serie D. Oppure piazze come Siracusa, Piacenza, Reggina e tante altre con grande potenziale che devono pregare in cinese per tornare tra i Professionisti perché i play off in D non valgono nulla e su 18 o 20 a girone ne va in C una sola. Un pasticcio di organizzazione ma anche tecnico”.
Criscitiello: “La Juve Next Gen rischia la Serie D”
Il giornalista ha proseguito: “Vedete il disastro della Juventus quest’anno. La prima a far partire il progetto per esigenze proprie e non di sistema. Va a Trapani, non prende charter o hotel, fa dormire a terra in aeroporto i propri calciatori con la tuta della Juventus di rappresentanza. Follia che nel 2024 il club più importante di Italia non si può permettere neanche nella categoria pulcini. Figuriamoci in un campionato professionistico. Sintesi: rischia di retrocedere in D. In quel caso i calciatori si svincolano come succede per le altre? Il Milan è partito con un progetto di fretta e furia e dal nome in giù ha sbagliato tutto. Brand: Milan futuro, non si può leggere o sentire”.