L’attaccante e numero 10 della Juventus Next Gen Mattia Compagnon, ha parlato in una lunga intervista concessa ai canali de “La Casa di C“, parlando della sua crescita e delle esperienze passate e future.
“Sono consapevole delle mie qualità, non mi sento nessuna pressione. È una cosa che mi motiva vestire la maglia della Juventus, mi rende molto orgoglioso. Ho passato del tempo in prima squadra da dicembre a inizio gennaio, facendo anche due amichevoli: in una con lo Standard Liegi mi ero anche procurato il rigore. Sono tutte esperienze che mi permettono di crescere e quindi sono molto contento. Anche qui in Under 23 ogni partita mi permette di migliorare. Sono già a 5 gol ma voglio farne molti altri”.
“Questa estate, pochi giorni prima per la partenza della tournée per gli Stati Uniti, il direttore mi ha chiamato e mi ha detto che ero convocato. L’ho subito detto alla mia famiglia. Il gol contro il Chivas è stata un’esperienza indimenticabile che ancora oggi non so descrivere a parole. Non mi aspettavo di giocare perchè sono andato con grandissimi campioni peró poi ho avuto il mio spazio e ho fatto gol. Sono emozioni indescrivibili. Li ho sempre visti in tv, vederli lì in campo con me mi fa molto orgoglio. Ero incredulo”.
“Giocare allo Stadium con la Next Gen è stato incredibile. Quella partita li ci ha fatto capire ancora di più quanto la società crede nei giovani e nel progetto Under 23, che è tutta un’altra cosa. In Primavera non è ancora calcio che conta, mentre questo progetto permette ai giovani, che magari non sono ancora pronti per fare il salto, di crescere. Anche perchè il salto dalla Primavera alla prima squadra della Juventus non è un saltino. Giocare qui ti permette di limare il tuo talento e cerca di renderti pronto. La società ha sempre saputo che ci sono dei talenti e ora lo sta dimostrando, ha permesso a tanti giovani di crescere”.
“Alla Juventus è un altro mondo. Sotto tutti i punti di vista: il centro d’allenamento e le responsabilità, è tutto molto diverso. La Juventus è la migliore società d’Italia. Anche quando ero all’Udinese, sentivo solo parlare della Juventus. Ma ora che ci sono dentro ho capito quanto conta. Ti introduce una mentalità che nessuno ha. La Juventus ti dà sicurezza. Già essere qua vuol dire che sei un buon giocatore. E poi ovviamente con le prestazioni e i gol ti senti ancora meglio”.