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L’ex abritro della Serie A Pierluigi Collina, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di SportWeek, dove ha parlato delle nuove regole arbitrali e della possibilità di vedere in maniera sempre piu frequente arbitri donne dirigere le partite.
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Parlare è facile, ma bisogna farlo nei tempi e nei modi giusti. E comunque, gli arbitri che possono andare in tv a spiegare le loro decisioni appartengono a un’élite che è già in grado di sopportare le pressioni, anche quelle mediatiche”.
SULLE PAGELLE DI QUANDO ARBITRAVA – “Si, le guardavo. E ci restavo male quando il voto era negativo. Era uno stimolo a far meglio la volta dopo”.
SULL’ ARBITRO DONNA – Un arbitro va giudicato per qualità e capacità e non in base al sesso”.
SUL VAR – ” Nel 2014 partecipai alla prima riunione in cui venne discussa l’opportunità di dotare l’arbitro di un supporto tecnologico. È uno strumento che sarà sempre più utilizzato, quindi ne semplificheremo l’utilizzo, riducendone i costi e le persone coinvolte. Si usa più in Italia? Non è giusto fare paragoni. Sicuramente il ricorso alla Var va perfezionato: è come un bambino che ha imparato a camminare non ancora a correre. L’obiettivo è quello di uniformare il suo utilizzo dappertutto”.
SUI FALLI DI MANO – “Se noi punissimo solo gli atti volontari, i rigori sarebbero pochissimi. Chi è il giocatore che colpisce volontariamente il pallone nell’area di rigore? Proprio per questo è stata cambiata la regola: prima la volontarietà era la conditio sine qua non, invece è solo una delle condizioni che rendono punibile il contatto tra mano o braccio e pallone. Ci sono altre situazioni dove non c’è dolo, ma colpa, anche quella va sanzionata. La colpa nasce quando le braccia sono in una posizione che non è giustificata dal movimento del calciatore”.