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L’ex presiedete della Juventus Giovanni Cobolli Gigli ha parlato della Juventus del momento della squadra bianconera ai microfoni del programma radiofonico 1 Football Club: “La Serie A è un campionato molto avvincente, ci sono squadre che dimostrano di meritare di essere leader. Prima di tutto il Napoli: contro la Lazio è stata giocata una gara perfetta. Tutte le altre hanno alti e bassi, ma c’è un po’ il vizio di criticare troppo ferocemente le squadre per un solo passo falso. L’Inter è in ripresa, l’Atalanta migliora e la Juventus è sempre più in difficoltà“.
“La Juve? Quando vengono fuori delle cose in modo così roboante come il discorso delle plusvalenze, indubbiamente gli organi di comunicazione cavalcano fortemente la notizia. Ora bisognerà vedere cosa succederà tra una settimana o due. Detto questo, le plusvalenze sono sempre esistite: sane o non sane che fossero. Io non posso sapere cosa abbia fatto la Juventus in questo senso, certamente devo dire che l’acquisto di Arthur mi sembra sia avvenuto per un valore troppo alto, stessa cosa per la cessione di Pjanic al Barcellona. Sappiamo che però nel calcio non esiste un metro per valutare scientificamente un calciatore, non è un immobile o una macchina. Il discorso va generalizzato anche ad altre squadre, non soltanto la Juve e non soltanto nel calcio italiano. Certamente la presenza di Elkann allo stadio ha voluto dire che è molto vicino ad Andrea Agnelli, ed essendo lui il maggior azionista mi sembra sia stata una presenza molto significativa”.
“Bilanci taroccati? Mi concentrerei su altro: ad esempio i compensi dei procuratori sportivi per me sono indegni, nascondono dietro delle fatturazioni per transazioni che in realtà non esistono. Il nero di bilancio: questo sarebbe fastidioso ma è tutto da dimostrare. Debiti? Si possono anche fare, ma oltre un certo limite diventa sbagliato dal punto di vista concorrenziale. Penso ai proprietari del PSG, che si permettono di comprare calciatori spendendo cifre incredibili. Il PSG crea una concorrenza poco leale, ci vorrebbero delle regole più ferree. Prima del Covid esistevano delle regole sulla fiscalità delle transazioni, ma sono complesse da far rispettare. In Italia invece ci sono squadre ampiamente competitive solo grazie alla bravura dei dirigenti: faccio il nome dell’Atalanta, guidata benissimo dal suo presidente e da tutto lo staff. Stessa cosa per il Napoli, che è riuscito ad ottenere grossi risultati con una società scarsamente indebitata”.