Cobolli Gigli: "Conte esagitato, non vorrei essere sua moglie. Agnelli vittima di sé stesso e dei social" - JuveNews.eu

Cobolli Gigli: “Conte esagitato, non vorrei essere sua moglie. Agnelli vittima di sé stesso e dei social”

Gianni Cobolli Gigli
Le parole dell'ex presidente bianconero

TORINO – Ieri sera la Juventus ha staccato il pass per la ventesima finale di Coppa Italia della sua storia. Dopo un doppio confronto con i rivali nerazzurri, lo 0-0 della gara di ritorno ha regalato il passaggio del turno ai bianconeri. Ma a far discutere è il duro confronto tra Andrea Agnelli e Antonio Conte, che nella tensione del match si sono scambiati qualche gestaccio e pare anche qualche insulto. Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus, ha detto la sua sulla questione ai microfoni di Punto Nuovo Sport Show. L’ex numero uno bianconero ha espresso opinioni abbastanza estreme, senza far mancare qualche retroscena interessante. Ecco le sue dichiarazioni:

“Ieri Andrea Agnelli è stato vittima di sé stesso, oltre che dei social che controllano qualsiasi cosa. Veniva da 90′ di  tensione per la partita combattuta esi è sfogato di quanto accumulato in tutto questo tempo contro Conte. L’errore è aver usato un offensivo. Conte è sicuramente un allenatore competente, ma esagitato: non vorrei essere sua moglie o sua figlia. È di alto valore tecnico, ma a livello umano un po’ meno. Quandso sostituimmo Ranieri per Conte, parlandone con Blanc, gli ricordai cosa successe ad Arezzo in una partita di Serie B: quando la Juve vinse 5-1 e festeggiò il ritorno in Serie A. Fuori la porta si sentiva una persona che urlava: era Conte inc***ato nero perché non avevano pareggiato. Segnalai quella reazione scomposta, senza senso, anche se nessuno gli diede grande importanza. Per me denotava una mentalità di un allenatore che non sarebbe potuto essere quello della Juventus. Agnelli ha la disgrazia e la fortuna di portare un cognome pesante, sebbene sia differente da suo padre, lo sfogo lo si nota, ma poi passa. Pensate quanti altri presidenti di Serie A, e non solo, utilizzano o hanno utilizzato il turpiloquio: Cellino, Zamparini, De Laurentiis…”